Il CEO di Tennis Australia, intervistato da “nine.com”, giustifica la condizione dei giocatori in quarantena ad Adelaide

La polemica verso i tennisti in quarantena ad Adelaide è uno dei temi caldi degli ultimi giorni tra quelli che ruotano intorno agli Australian Open. Nell’edizione più complicata della storia per lo slam down under, sta facendo discutere il diverso trattamento riservato a una ristretta elite di giocatori (tra cui figurano Djokovic, Nadal, le sorelle Williams ma anche Jannik Sinner), che non si trovano a Melbourne e che hanno qualche agevolazione in più anche durante le settimane di isolamento. Sulla questione è intervenuto Craig Tiley, CEO di Tennis Australia, che ha parlato in un’intervista a “nine.com”.

“Molte persone pensano che questo sia un trattamento ingiusto e preferenziale – ha detto Tiley – Ma in generale se sei il migliore in qualcosa, in questo caso se sei ai vertici del tennis, hai diritto a un trattamento migliore, è la natura del business. Portare lì quei giocatori è stata una grande opportunità per Adelaide, e ci ha permesso di avere più spazio a Melbourne per organizzare tutto il resto”.

“È vero che sono in condizioni migliori perché la loro stanza ha un ampio terrazzo e alcuni membri del loro team possono essere con loro negli allenamenti – ha concluso il CEO di Tennis Australia -. Hanno attrezzi ginnici nelle loro stanze e la disponibilità di andare in palestra, ma il tempo a disposizione è lo stesso dei giocatori di Melbourne”.