Dopo due anni di assenza, il tedesco torna in Coppa Davis per il match di qualificazioni contro il Brasile: “Ci attende una folla infuocata, dovremo dare il massimo”

L’Olympic Park Arena Tennis di Rio de Janeiro è pronta per ospitare il match di qualificazioni alle fasi finali di Coppa Davis tra Brasile e Germania, in programma il 4 e 5 marzo. Ci sarà anche Alexander Zverev, che torna a rappresentare il suo paese dopo due anni di assenza e tante critiche al nuovo formato. Il campione tedesco ha rilasciato un’intervista alla Federazione tedesca, analizzando il match e l’attuale situazione nel mondo.

“Giocare per il mio paese è sempre molto importante per me – ha dichiarato il numero 3 del mondo – sono orgoglioso di rappresentare la Germania. L’obiettivo è quello di vincere la Coppa Davis un giorno, quindi ogni volta che si presenta questa opportunità sono felice. Il nuovo format? Si, l’ho criticato, ma ora sono contento di essere qui”.

Per abituarsi al cambio di superficie ci vuole pazienza. “Sono necessari alcuni giorni di allenamento prima per abituarsi”, prosegue Zverev. “Ecco perché è importante trovare rapidamente il proprio ritmo e allenarsi molto. Questa settimana abbiamo solo un campo a disposizione, il che rende le cose un po’ più difficili. Bisogna essere mentalmente forti per affrontare ritmi bassi e rimbalzi problematici. La nostra squadra ha un grande potenziale, non dobbiamo nasconderci. Con questo spirito possiamo andare lontano. Gli avversari? Ci aspettiamo un pubblico caldo dal primo all’ultimo punto. Il Sud America è sempre qualcosa di speciale, dovremo dare il massimo per raggiungere la fase a gironi”.

Inevitabili alcune considerazioni sul conflitto Russia – Ucraina. “In questi momenti ti rendi conto ancora una volta che ci sono cose più importanti del tennis nella vita. La cosa più importante è che ci sia la pace nel mondo, non importa da quale paese vieni, siamo tutti esseri umani e dobbiamo vivere insieme in pace. Lo sport e, in questo caso, la Coppa Davis, può dare un messaggio di pace per tutto il mondo”.