Le parole di Novak Djokovic dopo il successo della Serbia sul Kazakistan in semifinale di Coppa Davis
Con la vittoria nel doppio decisivo Novak Djokovic e Nikola Cacic conducono la Serbia in semifinale di Coppa Davis. Superato il Kazakistan in quel di Madrid, la compagine di Viktor Troicki rientra tra le quattro nazionali più forti del globo per la gioia del numero 1 del mondo. “Abbiamo vinto contro un’avversaria che si è rivelata molto competitiva, peccato per Kecmanovic che era andato vicino al successo nel primo singolare – le parole per il compagno, sconfitto in tre set da Mikhail Kukushkin -. A questo punto della carriera le mie priorità sono gli slam e le competizioni con la nazionale. Che sia in Coppa Davis o in ATP Cup provo sempre grandi emozioni, specialmente qui in Davis considerando la storia della rassegna. Sono sempre motivato quando devo rappresentare la Serbia, per me significa molto e finché potrò contribuire alla causa ci sarò sempre per la nazionale”. Il prossimo impegno per Djokovic e compagni sarà contro la Croazia, una sfida che vale più del posto in finale messo in palio: “Con la Croazia c’è una grande rivalità, questa sfida ha un significato extra per noi. Pressioni, motivazioni ed aspettative sono sempre particolari e vincere ha un sapore diverso per entrambe le nazionali. In tutto questo però l’amicizia ed il rispetto che abbiamo gli uni per gli altri sono messaggi positivi, anche perché poi durante l’anno ci incrociamo spesso nel tour”.
Nel corso della conferenza stampa il tennista di Belgrado è stato interrogato sulla nuova presa di posizione della WTA nei confronti del caso Peng Shuai. “Sono uno dei co-fondatori di PTPA e noi supportiamo sempre i giocatori. In questo caso naturalmente sostengo a pieno la posizione della WTA. Non abbiamo abbastanza informazioni su Peng Shuai e non sappiamo se stia realmente bene. Anche l’ATP ha chiesto di fare chiarezza ed il mondo del tennis deve essere unito su questo. Non ho letto bene l’ultimo comunicato di Steve Simon perché ero impegnato in campo, però approfondirò. Ma ripeto che come famiglia del tennis dobbiamo essere uniti”.