Corrado Barazzutti, ex capitano di Coppa Davis, si è detto fiducioso prima della semifinale tra Italia e Canada, la prima da quando, nel 2014, gli azzurri furono fermati dalla Svizzera
L’utima volta che l’Italia ha potuto giocare una semifinale di Coppa Davis correva l’anno 2014 e il capitano era Corrado Barazzutti. I nostri trascinatori erano Fabio Fognini e Andreas Seppi, i quali dovettero però inchinarsi al cospetto della Svizzera, nazionale che poteva contare sul formidabile apporto di due leggende come Roger Federer e Stan Wawrinka, entrambi plurivincitori di tornei Slam. 8 anni dopo, con un format diverso e con protagonisti diversi, l’Italia ritenta quell’impresa che, dopo quel trionfo del 1976, sembra ormai diventata un tabù. In semifinale, gli azzurri affronteranno il Canada di Denis Shapovalov e Felix Auger-Aliassime: sarà una sfida molto complessa, ma a infondere fiducia ai tifosi italiano è intervenuto proprio l’ex CT Barazzutti.
“Questa squadra di Coppa Davis può arrivare fino in fondo – ha affermato l’ex numero 7 del mondo –. Non vorrei fare l’uccello del malaugurio, ma Musetti e Sonego possono battere chiunque. Il Canada è una squadra forte: ci sono sia Shapovalov che Auger-Aliassime, ma, dopo la vittoria ottenuta contro gli Stati Uniti, tutto è possibile. Il Canada sarà favorito, ma in Coppa Davis sappiamo che i favoriti sulla carta, come successo proprio nei quarti di finale, possono anche perdere nella realtà. Il potenziale dei nostri giocatori è altissimo: il Canada è un po’ più attrezzata sul doppio, ma ce la giochiamo su tutti i fronti”.
Un’analisi, poi, del match vinto per 2-1 contro gli Stati Uniti. “Sonego ha giocato una super partita e ha aperto le porte della vittoria all’Italia. Anche Musetti ha giocato una buona partita, ma si è trovato davanti un Taylor Fritz in gran forma che ha portato a casa il suo punto: in questo momento, l’americano sta giocando molto bene, dunque si è trattato di una sconfitta accettabile. Poi, il nostro doppio è migliore di quello statunitense: è molto forte e collaudato, al contrario del loro, e questo ha fatto la differenza”.