Alle 15 Jannik sfida il sudafricano Lloyd Harris, che nel 2021 ha giocato la sua miglior stagione, issandosi a un passo dalla top-30. L’indoor favorisce Jan, ma occhio al servizio e al servizio di the «King», che quest’anno ha battito Sonego e giocato benissimo sul cemento americano. Diretta tv su Super Tennis

Jannik Sinner oggi alle 15 (diretta tv su SuperTennis) si gioca in Belgio una buona fetta di speranze di salire sul treno per le Finals di Torino. Il suo avversario è il Lloyd Harris. il cui soprannome nome è è King, re, e quest’anno il sudafricani sta vivendo una stagione nobile. La migliore della sua carriera. Terzo turno in Australia, ottavi a Doha, finale a Dubai dove ha battuto Thiem, Nishikori e Shapovalov prima di inchinarsi a Karatsev; quarti prima ad Halle, sull’erba, poi a Washington (battendo Nadal e Sandgren), Toronto e Us Open – dove ha seccato Khachanov, di nuovo Shapovalov e Opelka – in una lunga, calda e gratificante estate americana. In classifica è numero 32, un posto appena sotto il suo best ranking che ha raggiunto il 13 settembre scorso. Il suo primo allenatore è stato Norman McCarthy, a 15 anni è passato a Anthony Harris. Oggi lo segue – part time – Xavier Malisse, il belga ribelle, con cui peraltro ad Anversa gioca anche in doppio (sono in semifinale dopo aver battuto le teste di serie numero 1 Dodig-Melo).

E’ uno che attacca, Lloyd. Che batte e scende dall’alto del suo 1,93, che flirta con la rete e picchia dentro il 73 per cento di prime, 9 ace e virgola a match, e fa male con il diritto. Dà fastidio a chiunque. Prima lo sottovaluti, poi lo guardi in cagnesco. Ha iniziato a giocare a tre anni a Città del Capo, a 15 ha deciso che il tennis ne avrebbe fatto un mestiere. C’era il problema dei soldi necessari a foraggiare il progetto, non indifferente; i genitori ci hanno pensato fino a quando hanno potuto. Il tesoretto era praticamente finito quando Lloyd George Muirhead – vabbè, si chiama così – è riuscito a entrare in due Futures, quarti in uno e semifinale nell’altro, e la federazione ha deciso che sì, forse gli si poteva dare una mano. Da lì una lunga marcia, altri Futures, poi i Challenger, nel tortuoso limbo che devono attraversare i tennisti non unti dal signore. Nel 2018, mentre stava giocando un Challenger in Portogallo da casa gli hanno telefonato che era morto il babbo. E’ rimasto in Portogallo, e la memoria del padre l’ha onorata vincendo due tornei di fila. Un tipo tosto. Non a caso il suo supereroe preferito è Iron Man, la serie tv Breaking Bad, il film Fast and Furious. Da piccolo come tutti i sudafricani ha giocato a rugby, gli piace anche il calcio e tifa – chissà perché – per il Tottenham. Una volta ha spiegato che il suo sogno in realtà sarebbe starsene a pancia all’aria in spiaggia, ma Sinner farà meglio a non fidarsi. Con gli italiani nel 2021 è in pareggio, sconfitta contro Cecchinato all’Estoril, vittoria su Sonego al Roland Garros. «Sta giocando molto bene – ammette Jannik – ma questa è la mia superficie preferita». Vero: indoor in carriera Harris ha giocato poco a livello Atp: 13 match, perdendone 6, Jannik che ha 4 anni in meno (20 contro 24) ne ha vinti già 25 su 36, 8 su 10 nel 2021. Il cemento però piace molto a entrambi, anche se per Harris questa è la prima semifinale indoor a livello Atp al coperto (ne ha giocate, e perse, altre tre nei Challenger). Secondo i bookmaker è l’italiano: lo danno a 1,51, Harris a 2,71, fra i due non ci sono precedenti. Jannik per ora ad Anversa nel tabellone principale non ha mollato un set, lo stesso ha fatto Harris, che però è passato dalle qualificazioni, superando poi la wild card Zizou Bergs, Jan-Lennard Struff, e Marton Fucsovics.

A Sinner mancano due vittorie per issarsi al numero 9 della Race, che significa qualificazione (temporanea) per Torino; in semifinale lo attende verosimilmente Schwartzman (che se la vede con l’inusuale Brooksby) ma quello di oggi non è necessariamente il passo meno complicato. Il match è trasmesso alle 15 da Supertennis