Il governo cinese non ci sta e risponde alla WTA, che ha sospeso i tornei in Cina finché Peng Shuai non sarà in grado di parlare liberamente: secondo loro, siamo di fronte ad un caso di estrema politicizzazione dello sport
Si è riacceso il caso relativo a Peng Shuai, la tennista cinese della cui libertà si sono perse le tracce lo scorso 2 novembre. La WTA, infatti, ha rilasciato un comunicato ufficiale, annunciando la sospensione, a tempo indeterminato, di tutti i tornei in Cina finché non si avranno notizie certe sulla libertà d’azione dell’ex numero 14 del mondo. Dopo questa notizia, si è scatenato un forte dibattito circa la bontà del lavoro svolto dalla WTA e dal suo Presidente Steve Simon. I giocatori, uomini e donne, si sono schierati completamente a favore di quanto scritto nel comunicato, mentre il CIO ha scelto di percorrere una via meno estrema. A tutto ciò, si è aggiunta la forte presa di posizione del Governo cinese, il quale ha aspramente criticato la scelta di Steve Simon e del suo consiglio di amministrazione. “La decisione di sospendere i tornei in Cina è assurda – ha dichiarato Wang Wenbin, portavoce del Governo di Pechino –, siamo fortemente contrari a questa politicizzazione dello sport“.