Il giovane spagnolo è stato intervistato da Marca e ha confessato quali siano i prossimi obiettivi e anche i segreti che l’hanno portato così in alto in classifica a quest’età
Non smette di stupire Carlos Alcaraz. Lo spagnolo, vincitore a Rio de Janeiro del suo primo titolo ATP 500 della carriera, sarà uno degli osservati speciali in vista di Indian Wells e Miami. Entrato in top 20 ad appena 18 anni, l’allievo di Juan Carlos Ferrero non si pone limiti in questa stagione. “Vincere quest’anno uno Slam? Non dico di no, perché nel tennis può succedere di tutto – afferma Alcaraz in una lunga intervista rilasciata a ‘Marca’ -. Non andrò a quei tornei pensando di essere uno dei favoriti o uno dei maggiori candidati al successo. Penso sempre però a come festeggerei il mio primo titolo in un Major o a come celebrerei la vittoria di una partita che mi garantirebbe di diventare il numero uno al mondo”.
I numeri sono a dir poco invidiabili e se continuerà così potrà frantumare ulteriori record di precocità. “Questi dati mi suggeriscono che sono sulla strada giusta – aggiunge il murciano -. Io e il mio team stiamo andando verso la stessa direzione. Sono contento del lavoro fatto con la mia squadra e di come sia iniziata la stagione. Juan Carlos (Ferrero ,ndr) dopo Rio si è congratulato con me dicendomi che non abbiamo ancora combinato niente. Continua a dirmi di rimanere con i piedi per terra“.
Lo spagnolo a inizio anno aveva prefissato come obiettivo la top 15. Visti i risultati di questo scorcio iniziale di stagione, l’impressione è che possa fare ancor meglio. “Ho ancora qualche posizione da scalare, ma ovviamente sogno di finire l’anno tra i primi 10 al mondo. Ora mi sento più maturo e gestisco meglio le emozioni rispetto al recente passato. Non vedo l’ora di misurarmi con Novak Djokovic e giocare nuovamente con Rafael Nadal. Potrebbe tranquillamente battermi ancora ma credo che andrebbe diversamente da come invece finì a Madrid (Alcaraz raccolse appena tre game, ndr). Il trionfo di Rafa Melbourne? È stato sensazionale, sono rimasto incollato alla televisione. Nel quinto set non avevo ancora mangiato ed ero a casa con mio fratello. Durante le pause andavo in cucina a preparare da mangiare per me e per lui e tornavo di corsa davanti alla tv per non perdermi un solo punto”.
La trasformazione fisica di Alcaraz nel raggio di pochi mesi ha colpito diversi addetti ai lavori. “Mi sento più forte, più preparato, più tutto – ammette Carlos -. Il fisico è importante per farsi trovare pronti nelle partite più impegnative. È un qualcosa su cui abbiamo lavorato tanto in questi mesi col mio team. Delle volte quando vado dal mio fisio capita che mi vedo allo specchio e penso a questo cambiamento del mio corpo. Se mi ha aiutato l’alimentazione? Non ho smesso di mangiare nulla perché non sono mai stato un ragazzo che mangiava male”.
Infine una considerazione sugli scacchi, sua grande passione. “Giocare a scacchi mi aiuta ad essere più veloce mentalmente, a osservare le giocate e ad analizzare la strategia rimanendo concentrato. Negli scacchi, come nel tennis, se ti perdi per un attimo il tuo gioco risulta già confuso. In questo aspetto sono due discipline abbastanza simili”.