Cameron Norrie, in una recente conferenza stampa, ha definito ingiusto che Novak Djokovic possa qualificarsi alle Nitto ATP Finals grazie al titolo vinto a Wimbledon: la regola, tuttavia, esiste da oltre vent’anni e il caso del serbo è già il quarto a verificarsi nel corso degli ultimi due decenni
Novak Djokovic, attualmente numero 10 della Race, è già certo di un posto alle Nitto ATP Finals perché, qualsiasi tennista vinca un Grande Slam nell’arco dell’anno, ha la necessità di terminare “solo” tra i primi 20 della classifica stagionale. Questa regola esiste dal 2000 e sono già tre i casi verificatisi nel corso di questi 22 anni: Goran Ivanisevic nel 2001 (vinse Wimbledon e terminò 13esimo, togliendo il posto a Tommy Haas), Albert Costa nel 2002 (campione al Roland Garros e terminò 11esimo, togliendo il posto a Tim Henman), Gaston Gaudio nel 2004 (trionfò al Roland Garros e terminò decimo, sottraendo il posto ad Andre Agassi). Insomma, una regola che esiste da oltre due decenni e che tutti i tennisti dovrebbero conoscere, ma a quanto pare non ne ha mai sentito parlare Cameron Norrie. Il britannico, semifinalista a Wimbledon e sconfitto proprio dal futuro campione Djokovic, ha avuto il coraggio di gridare all’ingiustizia nel corso di una conferenza stampa tenutasi durante il Masters 1000 di Parigi-Bercy. Il numero 13 del mondo, infatti, ha rilasciato le seguenti dichiarazioni: “Novak [Djokovic, ndr] si è chiaramente qualificato a causa del titolo vinto a Wimbledon, il che mi suona un po’ strano. Non so se questa regola sia mai esistita prima, ma mi sembra un po’ ingiusto e credo che lo sia anche per Nick Kyrgios: ha perso in finale e non ha ricevuto assolutamente nulla”.
Checché se ne possa pensare della regola, queste dichiarazioni di Norrie sono destinate a far discutere e non risuonano certo appropriate al contesto: la regola è in vigore dal 2000 e chiunque ne era a conoscenza (o avrebbe dovuto saperlo) già prima dell’inizio di Wimbledon, come confermato anche nel corso delle più recenti settimane dagli organi internazionali. Non a caso, un portavoce dell’ATP aveva espressamente riferito, in un’intervista al DailyMail, che la regola sarebbe valsa senza eccezioni anche nel corso di questa stagione. “La mancata assegnazioni dei punti ottenuti a Wimbledon 2022 – questo il comunicato dell’ATP – è stata decisa con l’obiettivo di garantire giustizia a tutti i giocatori esclusi dalla competizione a causa della loro nazionalità. Tuttavia, non sono state ritenute necessarie ulteriori modifiche delle regole per quel che concerne il ranking e la race. Dunque, ogni giocatore che quest’anno ha gareggiato a Wimbledon o in uno degli altri Slam ha avuto la possibilità di qualificarsi per Torino attraverso questa regola“. Insomma, il succo del discorso portato avanti dall’ATP è il seguente: lamentarsi a giochi fatti non ha alcun senso.