Boris Becker ha parlato della squalifica del serbo rimarcando la distinzione tra il gesto e l’uomo

Boris Becker ha parlato della squalifica inflitta a Novak Djokovic, che nel match di quarto turno contro Pablo Carreno Busta ha detto addio all’edizione degli Us Open 2020: “Il gesto non era intenzionale, è stata una situazione sfortunata. Le regole però sono tali e sono state rispettate con la squalifica di Nole – ha detto l’ex coach del numero uno del mondo – Djokovic si è scusato e probabilmente si è sentito in imbarazzo. Per lui è stata una grande lezione, è stato criticato da tutti, ma da uomo si è preso la responsabilità di ciò che è successo. Mi auguro di vederlo in campo a Roma e al Roland Garros, come dovrebbe essere”.

Io e Novak siamo amici, ma il mio nuovo lavoro mi chiede di essere imparziale. Le regole come ho detto sono chiare, non puoi colpire nessun ufficiale di gara ed è stata giusta la squalifica. Il suo è stato un gesto figlio della frustrazione, nessuno deve pensare che Nole sia una cattiva persona”. Ha proseguito Boris che ha difeso il Djokovic uomo separandolo dal gesto compiuto. “Non credo che questo evento danneggerà la sua reputazione sul lungo termine. I giornalisti sono stati spesso critici con Djokovic, sembrano preferire Federer e Nadal a lui. Novak non è perfetto, nessuno lo è; è stato giustamente multato per il suo gesto, ma la vita deve andare avanti, non ha ucciso nessuno”.