La bolla di New York si mette in moto, ecco le procedure d’accoglienza per atleti e relativi accompagnatori

La procedura d’accoglienza nella bolla di New York

A pochi giorni dall’inizio di un inedito Western & Southern Open, la bolla di New York inizia a prendere vita. La grande mela sta accogliendo i protagonisti del tennis mondiale in vista del ricollocato torneo di Cincinnati e dello US Open, di fatto secondo slam del 2020 in attesa del Roland Garros di settembre. Con l’arrivo dei primi atleti e dei relativi accompagnatori, sono state messe in atto le procedure per l’accoglienza, sulle quali sappiamo dirvi qualcosa in più.

Secondo quanto raccolto, all’arrivo in aeroporto ogni giocatore raggiunge l’hotel grazie alla macchina messa a disposizione dal torneo. Una volta arrivati nella struttura, tutti gli ospiti raggiungono una zona predisposta per i tamponi. Sottoporsi al test è obbligatorio, mentre è opzionale il test sierologico. Da New York hanno tutti evidenziato l’organizzazione impeccabile, la stanza adibita si può tra l’altro vedere grazie ad un video pubblicato da Pat Cash. Nell’ambito dei tamponi è subito saltata all’occhio una sostanziale differenza, in America infatti il test non viene eseguito da medici o personale autorizzato, ma sono gli stessi pazienti ad applicarlo all’interno delle proprie narici. Dall’America però arrivano rassicurazioni sulla bontà del metodo, il tampone è infatti più grande ed il personale medico si assicura che l’operazione venga eseguita nel modo corretto.

Il risultato del test arriva nelle 24 ore successive, in questo periodo chi si è sottoposto all’esame dovrà attendere nella propria stanza di hotel. Anche di quest’ultimo tra l’altro sono arrivate alcune immagini, nello specifico dalla camera della doppista australiana Ellen Perez. Dopo l’arrivo dell’esito negativo, i giocatori potranno essere definitivamente accreditati come mostrato sui social da Felix Auger-Aliassime e Joao Sousa.

Pat Cash svela la stanza adibita per tamponi

La camera d’albergo di Ellen Perez