Il tennista romano ha rilasciato una lunga intervista al Corriere della Sera, nel quale ha parlato anche di Jannik Sinner e Lorenzo Musetti.
Lo splendido percorso di Matteo Berrettini nel Roland Garros 2021 si è fermato solamente contro il numero 1 del mondo, Novak Djokovic. Nonostante una prestazione di grandissimo livello da parte del campione serbo, l’azzurro ha salutato il torneo parigino non senza rimpianti. “Se lo portavo al quinto set, si navigava in mare aperto. Non posso dire che sarei stato favorito. Contro Djokovic non lo sei mai. Ma fisicamente stavo bene, forse meglio di lui” ha dichiarato il tennista romano in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera. “Lo stop nel corso del quarto set (per permettere l’uscita dallo stadio dei tifosi, ndr) mi ha tolto qualcosa. Al rientro ero un po’ bloccato con le gambe e ho avuto un calo di tensione. Lui, invece, è riuscito a riorganizzare le idee”.
L’allievo di Vincenzo Santopadre, che dovrebbe iniziare la stagione su erba già settimana prossima sui campi del Queen’s Club di Londra, ha detto la sua anche sul comportamento (piuttosto nervoso) di Nole in campo, che ha diviso gli appassionati. “Non mi aspettavo una reazione del genere. Ma mi ha fatto piacere. Significa che ha sentito paura. E sono stato io a mettergliela. Si era reso conto che stava rischiando grosso” ha affermato Berrettini.
Quest’oggi, nelle semifinali del Roland Garros, il serbo se la vedrà contro il re della terra rossa, Rafael Nadal. Sarà la 58^ sfida tra i due, l’ultima è andata in scena proprio nella finale degli Internazionali d’Italia 2021, vinti dal maiorchino. “Nadal è favorito. Ma Novak tira sempre fuori qualcosa di extra, sembra avere risorse sovrumane. Sarà una battaglia” ha scommesso il classe ‘96.
Proprio grazie ai quarti di finale raggiunti per la prima volta a Parigi (prima d’ora non aveva mai superato il terzo turno), Berrettini è diventato il primo tennista italiano a superare gli ottavi in tutte le prove slam. Un risultato storico, che è passato un po sotto traccia a causa delle grandi prove di Lorenzo Musetti e Jannik Sinner. “Io non sono mai stato un predestinato. Quindi capisco che ci sia tutto questo clamore intorno a loro (Sinner e Musetti, ndr). Sono ancora più giovani di me, fanno impressione. Tutto ciò è uno stimolo ulteriore per me. Una sana competizione per non farmi superare. Sono orgoglioso di essere il più forte giocatore italiano. So chi sono, so che sono partito da lontano, costruendomi pezzo per pezzo. Credo che anche la mia sia una bella storia, anche se non sono entrato in top 100 a 19 anni, e a quell’età cercavo di farmi strada giocando piccoli tornei in località sperdute dell’Egitto o della Grecia” ha concluso il semifinalista dello Us Open 2019.