Le parole di Matteo Berrettini nella conferenza stampa di presentazione della semifinale azzurra contro il Canada in Davis Cup. Il grande assente, in realtà, riesce a far sentire la propria personalità anche se non scende in campo.
Matteo Berrettini, in questi giorni, sta colpendo molto gli addetti ai lavori per il proprio contributo alla nazionale italiana, pur non potendo scendere in campo per colpa di un infortunio. Il campione romano aiuta la squadra in altro modo e sembra un collaboratore del capitano Filippo Volandri, ma, come riporta Eurosport, nella conferenza di presentazione delle semifinali non ha escluso la possibilità di un recupero miracoloso, in extremis: “Sto recuperando molto velocemente. Oggi ho fatto il miglior allenamento da quando mi sono fatto male. La squadra sta benissimo, ieri hanno giocato tutti in maniera pazzesca. Sono contentissimo che stia andando così. Se fosse per me giocherei pure con una gamba sola, ma poi bisogna essere oggettivi e fare il meglio per la squadra. Miracolo? Vediamo”. Proprio il capitano, Filippo Volandri, ha confermato quanto detto da Berrettini: “Sta facendo di tutto per esserci“. Ma perché Matteo è a Malaga? Lui sembra saperlo molto bene: “Prima di tutto vengo a fare il tifo e a sostenere i ragazzi. Poi cerco di dare anche qualche indicazione: ad esempio con gli Stati Uniti, avendo giocato varie volte contro Paul, Tiafoe e Fritz ho dato qualche suggerimento. Per dirne una, Paul avevo notato che aveva certi pattern al servizio e li ho condivisi con la squadra. Poi c’è un discorso più ampio: quando con Volandri abbiamo cominciato questo percorso lui ha messo in chiaro che il suo obiettivo prima di tutto era costruire un gruppo, uno spirito di squadra. E penso che la mia presenza oggi si inserisca in questo disegno più ampio. Il nostro è uno sport individuale e siamo portati a pensare a noi stessi e a stare con i nostri team. Per certi versi è un cambio di paradigma, però è una cosa che arricchisce e devo dire che adesso abbiamo un bel gruppo giovane con tanti ragazzi che potranno far parte della squadra per parecchi anni. Io pure all’anagrafe sono ancora giovane e spero di continuare per parecchi anni, anche se quando vado a fare le risonanze a volte c’è da mettersi le mani nei capelli”.
Un altro grande assente è Jannik Sinner, che non si è neppure aggregato al gruppo. Berrettini ha detto la sua anche sull’amico altoatesino: “Ci siamo scritti sul gruppo WhatsApp. Sappiamo che sta recuperando e che ha sofferto molto a non essere qui. E sta soffrendo anche ora. Siamo un gruppo molto unito, in cui ognuno ha la sua personalità“. Nonostante le assenze pesanti, la caratteristica che più impressiona di questa nazionale è la voglia di sentirsi squadra, e Berrettini crede che la sua presenza, unita alle idee di Volandri, siano importanti per questo: “Quando un anno e mezzo fa Volandri mi ha chiamato per iniziare questo nuovo progetto mi ha detto che la cosa fondamentale è creare un gruppo. E io ho condiviso fin da subito la sua visione. Secondo me in Davis, e ieri lo abbiamo dimostrato, quella è la cosa più importante. Quindi quando mi sono reso conto che ero in ritardo con la preparazione per essere qui, ho detto vorrei esserci lo stesso perché secondo me posso dare il mio contributo e l’anno scorso soffrivo il triplo a casa“. E una squadra si vede anche in situazioni di riposo, come nello spogliatoio: “Allora vediamo un po’… la musica di sottofondo la sceglie Musetti, praticamente vive con la musica sempre accesa. E poi io non so come fa… è un 2002 e ascolta la musica degli anni ’70, ascolta certe cose che manco conoscevo…Come socializzazione gli altri sono fissati con un gioco di carte che si chiama Sequence mi pare… per il resto non abbiamo un vero inno, forse una canzone che gli altri mettono per scaramanzia è “notte prima degli esami”, che sarebbe in tema…Però grossi riti scaramantici non ne abbiamo, a parte quello di sederci sempre negli stessi posti sugli spalti”.
Per ultimo, Berrettini ha analizzato il prossimo avversario degli azzurri, il Canada: “Ieri con gli USA abbiamo dimostrato di essere più squadra. Non importa la classifica, la stanchezza. In campo i ragazzi hanno messo il cuore, al di là della tattica e della tecnica. Sonego ieri ha dimostrato tutto quello che può fare. E Musetti ha fatto una gran partita con Fritz. Con il Canada sarà una sfida difficile. Partono favoriti e sarà complicato, ma noi siamo pronti. Conosco molto bene Aliassime, conosco abbastanza Denis: ci ho fatto una battaglia infinita a Madrid. Hanno un buonissimo doppio. La cosa importante è recuperare bene da ieri. Io mi sento come un leone in gabbia però sono contento di stare qua. Ovviamente io vorrei giocare in tutti i modi, anche su una gamba sola“. Matteo si è anche lasciato andare a un pronostico: “Vinciamo 2-1“.