Federer supera Sandgren in un match da brivido, salvando 7 match point; non soffre invece Djokovic contro Raonic. Barty e Kenin le prime semifinaliste tra le donne
Djokovic raggiunge Roger in semifinale
La leggenda di Roger Federer è immortale. L’impresa dello svizzero manda un messaggio di resilienza a tutto il mondo dello sport: 7 match point annullati, l’inguine dolorante e la consueta calma nei momenti complicati gli permettono di mettere a segno una delle rimonte più pazze della sua carriera all’età di 38 anni. Lo svizzero elimina Tennys Sandgren dopo tre ore e mezza di gioco con il punteggio di 6-3 2-6 2-6 7-6(8) 6-3. Impossibile non parlare di chance mancata dall’americano, che esce a testa bassa dalla Rod Laver Arena dopo aver vanificato un quarto set maledetto. La tensione gioca un brutto scherzo al mietitore di Berrettini e Fognini, permettendo al campione di Basilea di rientrare in carreggiata e di gestire a piacimento il parziale conclusivo. “Credo nei miracoli”, ha motivato Federer al termine della rocambolesca contesa. La parola “ritiro” non è prevista nel vocabolario del numero 3 del seeding, nonostante una precaria condizione fisica che sarà tutta da valutare e da appurare in ottica semifinale. Non sarà infatti una semifinale qualsiasi, bensì il cinquantesimo capitolo della storica rivalità con Novak Djokovic. Il serbo elimina Milos Raonic, facendo suo il decimo scontro (su dieci) ai danni del canadese. Nessun set concesso fino a qualche ora fa, ora deve cederne tre di fila il nordamericano, che esce di scena con lo score di 6-4 6-3 7-6(1). Nonostante qualche problema legato alla non perfetta visibilità della pallina, il campione in carica vince e convince dimostrando una netta superiorità con entrambi i fondamentali. Djokovic raggiunge Federer arrivando al penultimo atto con una freschezza fisica decisamente migliore, oltre a rimanere il vero favorito per bissare il successo del 2019.
Barty e Kenin non sbagliano
Sarà Barty-Kenin la prima semifinale femminile. La beniamina di casa centra un successo di rilievo contro una Petra Kvitova tutt’altro che abbordabile. La ceca è risultata una delle più in forma nella prima settimana di Melbourne, ma l’ottimo tennis espresso non è bastato per avere la meglio sulla numero uno al mondo. Prima posizione mondiale consolidata e il sogno di imporsi nello Slam casalingo: come Kyrgios al maschile, ‘Ash’ ha mostrato una sensibilità particolare per i noti incendi australiani e la sua figura si sta pian piano trasformando in una vera e propria icona in patria. Restando al match odierno, agli archivi per 7-6(6) 6-2, non sono mancati gli elogi di Barty: “Petra è una giocatrice fantastica e una persona deliziosa, un’avversaria tra le migliori, e adoro confrontarmi con lei. Sofia Kenin è migliorata tanto, ho avuto partite dure contro di lei, colpisce la palla benissimo, non vedo l’ora di tornare a giocare su questo splendido campo e dare tutto”. Proprio l’appena menzionata Kenin l’ostacolo che la divide dalla finale. Anche l’americana non ha tradito le attese, placando il percorso da sogno di Ons Jabeur. Il primo quarto di finale Slam resterà indelebile nei ricordi della talentuosa tunisina. Un doppio 6-4 in poco più di un’ora e mezza di gioco è sufficiente alla classe 1998 di Mosca per approdare tra le migliori quattro del torneo.