Daniil Medvedev, dopo aver battuto Maxime Cressy agli ottavi di finale degli Australian Open, ha rivolto una critica agli organizzatori che, ogni giorno, stilano il programma degli incontri sui vari campi del Melbourne Park
Daniil Medvedev, nonostante sia la testa di serie più alta del tabellone maschile agli Australian Open, per ben due volte su quattro si è dovuto accontentare di disputare i propri match sugli stadi secondari, cosa che agli altri top player è capitata meno spesso. Ben sappiamo come il russo ami rispondere molto lontano dalla riga di fondo e i campi secondari hanno spazi più ristretti, i quali limitano le possibilità tattiche in ribattuta del finalista in carica. Oggi, contro un devoto al serve and volley come Maxime Cressy, il moscovita ha sì vinto, ma ha dovuto faticare più del previsto, trionfando per 6-2 7-6 6-7 7-5 dopo tre ore e mezza di battaglia.
Medvedev, pur contento del risultato, ha rivolto una piccola critica all’organizzazione per quanto concerne la programmazione degli incontri. “Non capisco: cosa devo fare di più per meritare di giocare sul Campo Centrale? Sono il numero 2 del mondo – ha ribadito il russo -, ho vinto l’ultimo Slam e sono il finalista in carica di questo torneo: penso di essermi meritato sul campo la possibilità di giocare sulla Rod Laver Arena o sul Centre Court di Wimbledon, cosa che mai mi è stata concessa l’anno passato. Ci sono dei tennisti che chiedono in continuazione di essere schedulati a quell’orario o su quel campo e puntualmente vengono accontentati. Forse dovrei iniziare a farlo anch’io, ma non voglio diventare quella tipologia di giocatore”.