Secondo quanto riportato da Marca, nella chiamata su Zoom effettuata nella serata australiana, i giocatori non si sono risparmiati nelle lamentele

Oltre 70 tennisti in quarantena, allenamenti posticipati e poca organizzazione anche per i giocatori non obbligati all’isolamento. Sono queste le principali critiche arrivate dai giocatori a Craig Tiley durante la riunione su zoom tenutasi tra il CEO di Tennis Australia e i tennisti arrivati a Melbourne per giocare gli Australian Open e altri tornei precedenti lo slam. Secondo quanto riportato da Marca, la protesta sarebbe stata guidata principalmente da Gilles Simon, membro dell’ATP Players Council, il quale avrebbe tenuto la conversazione per gran parte dei 90 minuti di chiamata. Una delle lamentele riguarda il cambiamento delle regole sull’isolamento dei passeggeri di un aereo, visto che, secondo quanto sostenuto dai tennisti, in precedenza era stato affermato che solo il settore del velivolo in cui era presente il passeggero positivo avrebbe dovuto mettersi in quarantena, mentre al momento tutte le persone a bordo dei tre aerei sono bloccate nelle loro stanze.

Da Tiley non è certo arrivato ottimismo, visto che ha dovuto ammettere come le posizioni del governo locale al momento appaiano irremovibili su qualunque richiesta. Niente riduzione della quarantena per i giocatori obbligati a stare in stanza senza allenarsi in campo, a causa dei positivi arrivati con voli charter da Doha, Abu Dhabi e Los Angeles. Secondo il CEO di Tennis Australia, a meno di cambi dell’ultimo minuto, la linea di ferro del governo appare irremovibile.