Le parole di Matteo Berrettini dopo il trionfo su Gael Monfils nei quarti quarti di finale degli Australian Open.
“Il telefono questa mattina mi ha ricordato che otto anni fa guardavo Berdych-Ferrer in tv, adesso invece sono io quello che gioca un quarto di finale slam sulla Rod Laver Arena”, le parole di Matteo Berrettini riassumono perfettamente la parabola presa dalla sua carriera, che gradualmente si sta arricchendo di traguardi e vittorie. Il successo per 6-4 6-4 3-6 3-6 6-2 su Gael Monfils vale l’accesso alla semifinale degli Australian Open, dove il numero uno d’Italia si giocherà un posto in finale contro Rafael Nadal: “Proprio la semifinale contro Rafa a New York nel 2019 mi fece capire di poter fare questo tipo di carriera, anche se in generale resto uno che pensa un passo alla volta. Credo molto nelle emozioni e giocare contro Nadal sulla Rod Laver Arena sarà una spinta: entrerò in campo con gli occhi avvelenati”.
Come nel match contro Carlos Alcaraz al terzo turno, Berrettini ha chiuso al quinto set dopo aver ceduto un vantaggio di due set a zero. Ancora una volta quando le energie erano finite, il romano ha dato fondo al vaso nel momento clou: “Le energie fondamentali sono arrivate dal cuore, avevo voglia di vincere e non mollare. Ad un certo punto ho pensato che avrei lottato fino alla fine, anche a costo di infortunarmi. Nel finale di quarto set sono andato in folle, perché Gael mi ha fatto sudare e non volevo raschiare il fondo del serbatoio. Quindi una volta che sono stato brekkato ho fatto esaltare Monfils e ci siamo rivisti al quinto”. Parlando invece del proprio lavoro fuori dal campo, quello riguardante la prevenzione ed i trattamenti fisici, Berrettini pone l’accento sulle tante ore dedicate a quell’aspetto: “Nei tornei me ne succede sempre una. Ora mi stanno registrando su Netflix e quando il documentario uscirà vedrete tutte le cose che fanno parte del percorso. Devo ancora fare i trattamenti e probabilmente andrò a dormire alle 4 di mattina: questo è il mio destino (ride, ndr)”.