Auger Aliassime conquista il match con l’amico Next Gen Shapovalov nell’Atp 500 di Barcellona. I primi effetti del cambio coach sembrano vedersi. La sfida trai due canadesi promette scintille per il futuro ma Denis deve far attenzione al lancio di palla
Non è stato un gran match ma promette di esserlo in un futuro assai prossimo. Quello tra Auger Aliassime e Shapovalov è stato un confronto un po’ sprecone, figlio della spensierata gioventù. Un match sciuè sciué che ha tenuto poco conto del punteggio e più di quell’istinto che, se Dio vuole, abbonda in verde età.
Avevo seguito Auger Aliassime a Lione, un paio d’anni fa e ne avevo apprezzato il gioco ma ancor di più le risposte fornite in conferenza stampa: sempre molto equilibrate e mai sopra le righe. Era arrivato in finale perdendo da Paire, penalizzato da un risentimento all’inguine che ne aveva limitato le grandissime qualità di spostamento. Le stesse che oggi, invece, sono andate a gonfie vele, unite a un fare serafico molto naturale che l’hanno indotto a un mix vincente con cui ha avuto ragione dell’amico rivale. Uno Shapovalov nel quale, ancora una volta, sembrava essersi incarnato un Henry Leconte in cattiva giornata.
Nello scontro appena concluso, Aliassime ha mitigato quel numero di errori gratuiti che di solito contraddistinguono il suo tennis. Continuando di questo passo la top ten si profila a un tiro di schioppo.
Tornando a Shapo, avrei due suggerimenti. Il primo riguarda la gestione meno frettolosa delle pause dando più importanza al singolo punto evitando errori a grappoli. La seconda è quella di mettersi sotto una foglia provando e riprovando il lancio di palla. Giuro che non si tratta di ironia ma di eccellente espediente didattico che da ragazzo un vecchio maestro mi impose con bonaria fermezza. Posso dire che mai consiglio si rivelò più prolifico e oggi posso dire che come giocatore fui assolutamente mediocre, ma quanto al lancio…!
Si tratta di porsi perpendicolari a un ramo frondoso e prendere di mira una foglia provando e riprovando il gesto del lancio al suo indirizzo. Ricordo che era d’autunno e in capo a qualche giorno la mia foglia cadde ingiallita dandomi la chance di salvarmi in corner. Girando il consiglio al mancino canadese, invece, suggerirei di sceglierne una primaverile, più verde e duratura della mia, in modo da giungere in autunno sfoggiando al seguito un lancio di palla pressoché perfetto.