Le parole di Jannik Sinner dopo il successo su Casper Ruud, valso il pass per la semifinale dell’ATP 500 di Vienna

Sapevo che vincendo sarei entrato nei primi dieci, così come sapevo che avrei superato Hurkacz nella Race per Torino. La pressione c’è, ma la cosa più importante resta la prestazione, che è stata a mio avviso ottima. Naturalmente sono contento della top ten, mentre sappiamo già che i posti per le Nitto ATP Finals saranno assegnati a Parigi Bercy come accade ogni anno”. Jannik Sinner commenta così il suo successo su Casper Ruud, maturato con il punteggio di 7-5 6-1. L’altoatesino raggiunge la semifinale dell’ATP 500 di Vienna, ma soprattutto scalza Hubert Hurkacz dall’ottavo posto della race per le Nitto ATP Finals. Questi traguardi sono frutto del lavoro fatto sei mesi fa, non sono cose che si raggiungono con una settimana di allenamentoprosegue Sinner, già certo della nona posizione nella classifica mondiale la prossima settimana -. Il mio impegno è devoto, ho voglia di andare avanti e come ho sempre detto sono pronto ad investire tutto e lo stesso vale per il mio team”.

Sinner ha poi analizzato l’incontro giocato, focalizzandosi anche sull’approccio ai secondi set, diventato impeccabile dallo European Open di Anversa: “All’inizio eravamo un po’ tesi, forse sono partito un po’ meglio io, poi è salito lui. Dal 5-5 invece ho sfruttato le occasioni che mi ha concesso. Nelle ultime partite ho sempre approcciato bene il secondo set, è vero, ma non vuol dire nullapuntualizza Sinner -. Non ho una spiegazione esatta per questo, quando ci sono delle chance provo subito a sfruttarle e questo lo sto facendo sicuramente bene”. In semifinale l’allievo di Riccardo Piatti sarà atteso da Frances Tiafoe, nell’altra metà di tabellone terrà banco la sfida tra Alexander Zverev e Carlos Alcaraz. Sinner ha concluso proprio parlando dello spagnolo, reduce dal trionfo contro Matteo Berrettini: Per me Carlos è già uno dei giocatori migliori al mondo. Penso a come gestisce la partita, alla sua struttura fisica, alla forza che dà alla palla e a come si muove: io due anni fa sicuramente non ero così – le parole di Sinner sul next gen classe 2003 -. Contro Matteo ha fatto un match straordinario. A 18 anni non è da tutti riuscire a gestire e vincere 7-6 al terzo una partita come questa contro un avversario che ha fatto finale a Wimbledon. Alcaraz ha tra l’altro tanti margini, sembra completo, ma a 18 anni non lo sei mai. Lui è davvero una ragazzo umile, mentalmente forte e ha uno staff di prim’ordine guidato da un vincitore slam come Juan Carlos Ferrero”.