Le emozioni del tennista britannico dopo la conquista del quinto titolo in carriera, il più prestigioso sulla terra battuta
La finale del torneo ATP 500 di Rio de Janeiro si è giocata sulle montagne russe. Ha vinto Cameron Norrie, bravo a gestire le emozioni e a non disunirsi davanti ad un avversario non al meglio della condizione. Il britannico si è trovato sull’orlo del baratro, in svantaggio 7-5 3-0 e 0-30, quando è riuscito a tirare fuori la sua miglior versione. “Questa vittoria è davvero speciale per me – ha spiegato l’attuale numero 12 del mondo – perché avevo perso l’ultima finale che avevo giocato e questo è sempre duro dal punto di vista morale. Vedermi sotto di un set, sotto di un break e 0-30 è stato complicato, ma ho continuato a lottare senza pensare al punteggio e sapendo che potevo ancora avere una possibilità. È stato incredibile ribaltare tutto e farlo contro un giocatore come Carlos, che mi ha spinto al limite per tutta la partita. Vincere un torneo come questo sulla terra battuta è incredibile, perché ho dovuto fare i conti con i miei demoni per ottenere buoni risultati su questa superficie, ma sono riuscito a dare il meglio di me nei momenti importanti”.
La difficile gestione dell’infortunio di Alcaraz. “Non sapevo bene cosa stesse succedendo perché quando gli ho strappato il servizio nel secondo set ha chiamato il fisioterapista, senza però chiedere il medical time-out. Poi ha iniziato a giocare uno o due colpi, con sempre maggiore aggressività. Ho cercato di allungare i punti, costringendolo a muoversi il più possibile. Continuava a colpire vincenti con il dritto e ho dovuto lottare molto mentalmente e fisicamente per superare la situazione. Continuavo a ripetermi che era impossibile per lui mantenere a lungo quel livello, ma più pensavo questo più tirava sulle righe. Ero molto stanco, la verità è che ho dovuto andare oltre i miei limiti per vincere questo match”.