Nick Kyrgios fa parlare di sé anche alle Nitto ATP Finals. L’australiano ha rilasciato delle dichiarazioni interessanti dopo la sconfitta nel suo match d’esordio in coppia con Kokkinakis.

Arrivato nella notte di domenica, all’ultimo minuto disponibile per disputare il match d’esordio alle Nitto ATP Finals lunedì alle 11.30, Nick Kyrgios non poteva che far parlare di sé anche in quel di Torino. L’australiano è reduce da una stagione, per lui, anomala. Ha giocato poco, come sempre, ma ha dimostrato di poter mettere in campo una mentalità che finora pareva aver tenuto nascosta. Certo, i suoi momenti di blackout continuano ad intermittenza, ma la finale di Wimbledon sembra essere un segnale chiaro per lui. “C’è poco da dire, ci hanno dominato. – Inizia così il Kyrgios-show dopo partita. – Un livello di tennis completamente diverso dal nostro”. Si riferisce alla coppia che ha battuto lui e il suo amico/compagno di doppio, Kokkinakis: Koolhof e Skupski. “Io e Thanasi siamo sempre delle anomalie nei tornei di doppio. Avremo giocato sei o sette tornei quest’anno e guardate dove siamo. Non abbiamo bisogno di una preparazione specifica e questo match avremmo potuto vincerlo. Certo, se non ci fosse stato Thanasi, non avrei mai fatto tutti questi sforzi per essere qui. La nostra amicizia è la ragione di tutto questo”.

Parla anche l’altro elemento della coppia, Kokkinakis: “L’accoglienza di Torino è fantastica. Uscendo dall’hotel c’erano un sacco di ragazzini pronti a fare una foto, e quando mi hanno visto sono rimasti delusi, loro volevano Nick…”. A questo punto Kyrgios si mette a ridere, e dà scherzosamente dell’idiota all’amico. In effetti i giovani hanno dimostrato di attendere l’australiano con lo stesso entusiasmo dimostrato per gli otto campionissimi, e lui ha commentato così: “I giovani ci aspettavano a bordo campo? Ma no, non siamo modelli per loro, anzi siamo cattivi modelli. Nessuno ama guardare i nostri match, non siamo interessanti. Siamo solo persone negative. Nessuno era qui per veder giocare noi, oggi”. Non poteva che chiuderla così, con il suo solito atteggiamento da antieroe incompreso. Chissà, però, che l’ormai ventisettenne non possa fare il suo ritorno a Torino, prima o poi, anche da singolarista.