Daniil Medvedev, alla vigilia del tredicesimo capitolo nella sua rivalità con Novak Djokovic, ha riflettuto in conferenza stampa su se stesso e su cosa significhi affrontare una leggenda come il serbo sui campi più prestigiosi del circuito

Una rivalità fantastica, una delle più importanti degli ultimi anni: quella tra Daniil Medvedev e Novak Djokovic. I due si sono scontrati praticamente ovunque: in finale agli Australian Open e agli US Open, alle Nitto ATP Finals, nei Masters 1000 di Cincinnati, Paarigi-Bercy, Monte-Carlo, persino in ATP Cup e in Coppa Davis. Il 21 volte campione Major è in vantaggio per 8-4 nel computo totale, ma non dobbiamo dimenticare che il russo è stato capace di infliggere al serbo delle sconfitte pesantissime da digerire, una su tutte quella nella finale 2021 degli US Open, quando Nole, già campione di Australian Open, Roland Garros e Wimbledon, si trovò ad una sola partita da completare l’impossibile – incompiuta da ormai 54 anni – impresa del Calendar Grand Slam.

Certo, il capitolo numero 13 si tratterà solamente della semifinale nell’ATP 250 di Adelaide 1, ma ciò non toglie nulla all’interesse di un match che vale sempre il prezzo del biglietto. Medvedev ci arriva in grande spolvero: dopo aver battuto a fatica Lorenzo Sonego nel suo esordio stagionale, l’ex numero 1 del mondo ha dominato contro giocatori ostici quali Miomir Kecmanovic (6-0 6-3) e Karen Khachanov (6-3 6-3), entrambi sconfitti senza mai vacillare. Il vincitore delle Nitto ATP Finals 2020 è stato intervistato in conferenza stampa e non ha affatto nascosto la propria ammirazione per quello che è un suo rivale, ma anche un suo grande amico.

“È una grande sfida, un grande test prima degli Australian Open – ha affermato il due volte finalista del primo Slam stagionale –: affronterò uno dei migliori della storia, probabilmente il miglior giocatore di sempre, soprattutto quando si tratta di giocare su questi campi, in Australia. Sei consapevole di dover piazzare la palla quattro volte sulla riga, utilizzando tutta la tua potenza per vincere il punto. Lui serve benissimo, anche se può non sembrare così a primo impatto, ed è uno dei migliori ribattitori di tutti i tempi. Tutto questo rende già difficile il compito, inoltre mentalmente è una macchina. È in grado di salvare match point nelle finali del Grande Slam, è in grado di batterti quando servi per il match. Sì, è molto difficile, ma questo è ciò che rende particolarmente dolce la sensazione che si prova nel superare questa sfida“.

Medvedev, poi, ha proseguito la riflessione e ha spostato il focus su se stesso. “Ho sempre grandi aspettative su di me, ma la cosa più importante per me è lavorare sodo, cercare di fare del mio meglio. Non so cosa si aspettino da me gli altri al momento. Per quanto riguarda le tre sconfitte subite alle Nitto ATP Finals, non so se hanno influenzato la mia fiducia: è di sicuro stata un’esperienza molto dura perdere quelle tre partite e penso che sia stato un bene per me che fosse l’ultimo torneo dell’anno, perché poi ho avuto la pre-season per lavorare sodo e resettare emotivamente in vista della nuova stagione”.