Le parole dello scozzese in conferenza stampa alla vigilia del suo rientro nel Tour

Andy Murray tornerà a giocare una partita nel Tour a distanza di oltre tre mesi: il 2 volte campione di Wimbledon, infatti, ha ottenuto una wildcard per l’ATP 500 del Queen’s Club, torneo nel quale ha trionfato in ben 5 occasioni. Lo scozzese, alla vigilia del suo esordio (domani sfiderà Benoit Paire), si è presentato in conferenza stampa per discutere riguardo la sua attuale forma fisica e le sue sensazioni in vista del ritorno nel circuito.

Mi sento abbastanza bene – rivela il britannico – mi sono allenato con costanza e ho fatto ottime cose durante la pratica, ma come ben sappiamo la partita è un’altra cosa, quindi non ho molte certezze da questo punto di vista: sono semplicemente contento di poter tornare finalmente nel Tour, quindi non vedo l’ora di scendere in campo e mettere alla prova il mio fisico, sperando che risponda nella maniera adeguata“.

L’ex numero 1 del mondo ha poi riempito di complimenti il suo amico-rivale Novak Djokovic, autore di una serie di imprese al Roland Garros: “Non sono granché sorpreso dal rendimento fisico di Novak – afferma Murray – perché lo conosco molto bene e so che è in grado di tenere un livello di tennis straordinario anche dopo tantissime ore ad altissima intensità. Questo, però, non vuol dire che ieri non abbia compiuto un’impresa: nel match contro Rafa si sono giocate 4 ore ad un ritmo pazzesco, con gli scambi che sono durati in media circa 12 colpi. Tornare in campo meno di 48 ore dopo ed esprimere nuovamente una prestazione così buona non è assolutamente una cosa da tutti, soprattutto quando finisci in svantaggio di due set. Da quel momento in poi, Nole ha cambiato strategia ed ha completato una rimonta impressionante. La sua carriera non è ancora finita, ma un giocatore che ha vinto per due volte tutti i Masters 1000 e tutti gli Slam ha fatto qualcosa di strepitoso. Anche Rafa e Roger però hanno ottenuti grandissimi risultati e hanno dalla loro alcuni numeri. Ognuno di loro ha qualcosa per poter affermare la sua superiorità, quindi è veramente difficile dare un risposta certa alla domanda su chi sia il migliore. Quando Sampras vinse il suo 14° Major si diceva che era lui il più forte di tutti, poi sono arrivati tra ragazzi che l’hanno di gran lunga superato negli Slam e probabilmente arriveranno tutti oltre i 20 titoli. Chissà che non ci sia qualcuno nelle nuove generazioni che riuscirà a fare ancora meglio. Vedremo: posso comunque affermare, da fan del tennis, che stiamo vivendo un’era indimenticabile“.

Infine, lo scozzese riflette sui suoi obiettivi a breve e lungo termine, svelando di sognare di poter ancora competere ad alti livelli: “Per quanto riguarda me stesso, non ho avuto grandi pensieri quando ho visto la partita tra Djokovic e Nadal. Dopo 3 anni così difficili e pieni di infortuni, il mio primo obiettivo non è quello di tornare numero 1 del mondo o vincere degli Slam. Se dovesse succedere, sarei felicissimo e non mi tirerei indietro, il mio sogno è quello di tornare a competere al loro livello, ma non è la mia priorità in questo momento. Ricordo che una delle esperienze più belle della mia carriera è stata proprio quella di vincere al Queen’s il titolo di doppio. Ci sono tante cose che posso regalarti grande gioia e soddisfazione. Per ora voglio solo tornare a divertirmi in campo senza soffrire a causa del mio fisico. Il mio livello è ancora buono, sento di poter ancora dire la mia. Questo è il motivo per cui ho scelto di continuare a giocare. Ritirarsi è sempre qualcosa di veramente difficile – continua il detentore della medaglia d’oro olimpica – e si fa fatica ad accettare che è giunta l’ora: io comunque non mi sento ancora arrivato al capolinea e voglio fare di tutto per tornare a giocare belle partite nei tornei più importanti. Ciò vale anche per Roger: non credo abbia intenzione di smettere adesso, gioca ancora molto bene e ama questo sport. Per il resto, è un esempio per tutti i tennisti più giovani e penso abbia ancora molte carte da giocarsi nel Tour: ama questo sport come pochi altri al mondo e lotta ancora come un leone per vincere i match a cui prende parte. Io e lui abbiamo giocato tante belle finali uno contro l’altro, dunque lo considero un po’ come un rivale, ma nel senso buono del termine. Spero possa giocare ancora a lungo“.