91 titoli ATP, 4 in Messico e un grande credo: “Sarei ingrato con il tennis se avessi un atteggiamento negativo”

Rafael Nadal non aveva mai iniziato una stagione in questo modo. Al di là dei tre titoli, delle quindici vittorie consecutive e della straordinaria condizione atletica, è ancora una volta la maturità del campione spagnolo a testimoniarne la grandezza. L’uomo, oltre i 91 trionfi in singolare nel circuito maggiore.

“Durante la mia carriera di tennista professionista – ha dichiarato Nadal in conferenza stampa – ci sono molti tornei che hanno lasciato un segno importante, e di questo luogo ho memorie indelebili. Ho ottenuto ottimi risultati qui, ho vinto quattro volte e spero che sia un posto dove la gente avrà un buon ricordo di me quando non potrò più giocare a tennis. Quando questo sogno sarà finito, porterò Acapulco per sempre nel mio cuore”.

Nonostante tutto, Rafa fa autocritica. “Non è stata la mia miglior partita del torneo, ma guardo il lato positivo. Ho vinto in due set contro uno dei giocatori più in forma del circuito in questo momento. Ero avanti 6-4, poi 5-2, questo significa che il mio livello è ancora molto alto e che posso competere con i migliori. Norrie ti fa giocare scomodo in qualsiasi momento. Il servizio ha funzionato molto bene e, a parte il non essere riuscito a chiudere prima la partita, ho giocato con intelligenza nei momenti giusti. Sono stato bravo ad approfittare degli errori del mio avversario. Vincere un altro ATP 500 è molto importante per me. Ho una dinamica positiva e questo, in un modo o nell’altro, aiuta sempre. Non ho perso un set in tutto il torneo e i primi due giorni sono stati match veloci che non mi hanno portato via molto tempo in campo. Fisicamente mi sentivo molto bene nonostante la molta umidità. Ho risposto bene. E’ passato così tanto tempo da quando sono venuto qui la prima volta. Tutto era nuovo per me e forse le vittorie le apprezzo più adesso che quando avevo 18 anni. È incredibile poter vincere di nuovo un torneo come questo a 35 anni”.

L’obiettivo è e resta quello di essere esempio, dentro e fuori dal campo. “Nessuno è perfetto. Tutti facciamo degli errori, l’importante è che non siano troppo grandi e che non si ripetano. Mi piace molto quello che faccio e noi tennisti siamo fortunati. Ho trasformato uno dei miei hobby di quando ero bambino in un lavoro, e in più ho avuto molto successo. Sarebbe molto ingrato da parte mia avere un atteggiamento negativo o rompere le racchette come fanno in tanti. Ci sono un sacco di persone che hanno un momento difficile in questo mondo, non posso essere arrabbiato e non apprezzare quanto sono fortunato ad essere un giocatore professionista. Ho ricevuto questo tipo di educazione fin da bambino, valori che rimangono con te per il resto della tua vita. Ho avuto la capacità di controllarmi anche quando le cose non andavano bene”.