Le parole di Matteo Berrettini in vista del suo esordio nel torneo napoletano. Ha parlato di Musetti, della città, ma anche del suo prossimo futuro.

Oggi, a Napoli, è il giorno di Matteo Berrettini. Il numero 2 italiano, reduce da una sanguinosa sconfitta a Firenze contro Roberto Carballes Baena, affronterà nuovamente lo spagnolo. Ieri, come riportato da Sportface, il campione romano ha rilasciato alcune brevi dichiarazioni sulla propria presenza in un torneo che, inizialmente, non avrebbe dovuto vederlo come protagonista: “Una città come Napoli, si è sentito, è una città molto calda che ama il tennis. A me personalmente fa piacere. Parte della mia famiglia vive qui. Non ero venuto per la Davis, quindi spero in un’atmosfera carica. Ci sono stati, nonostante tutto, risultati importanti quest’anno. Viaggio parecchio e sono sempre in giro, mi fa piacere essere qua. Non è come quando vieni qui solo per visitare parenti. Mi trovo sempre bene ed è una città facile da amare.

Oggi esordirà nel torneo campano anche Lorenzo Musetti, e anche di lui ha parlato Berrettini: “Lorenzo è sicuramente un grandissimo tennista della nostra generazione nonostante sia più piccolo di me. Una volta ero io il giovane, ora lui e Jannik. Ha avuto un’annata importante e ha fatto bene a Firenze. Il tabellone si guarda, ma poi ci si concentra un punto alla volta. Auguro buona fortuna a Lorenzo. Poi con l’Italia avremo la Coppa Davis.” E proprio con il compagno di nazionale, ieri, ha avuto modo di testare il Campo D’Avalos: “Abbiamo provato il campo, ci hanno detto di stare attenti alla parte verso dietro. Quindi siamo stati vicini. Il campo sembrava stabile, buono, abbastanza lento, come me lo aspettavo. Abbastanza simile a quello di Firenze. L’atmosfera è stata calda da subito. Mi sono allenato dopo Firenze, sono carico.”

Berrettini ha parlato anche di sé stesso, e del suo miglioramento negli ultimi anni, da quando aveva giocato a Napoli l’ultima volta: “Ne ho colpite di palline negli ultimi quattro anni, sicuramente è cambiato tanto. Al tempo ero più o meno cinquanta del mondo ed era già un risultato che non mi aspettavo di raggiungere. Sono orgoglioso di me, del mio team e della strada che ho fatto. Ricordo un viaggio breve ma intenso, fa piacere tornare con lo stesso spirito di allora.” E, inoltre, ha dedicato una breve analisi all’immediato futuro, e alla possibilità di qualificarsi per le Nitto ATP Finals di Torino: “Finché matematicamente non sono fuori ci credo. Ho tre tornei davanti, è molto difficile ma continuo a provarci in un anno complicato. Non gioco solo per il master ma anche per altri obiettivi. Ci tengo per esempio a fare bene qui e a Parigi Bercy dove non ho mai fatto bene. Chiudere vicino alla top 10 sarebbe già importante.”