L’ex coach del numero 34 al mondo, interrogato nel settembre 2020 dopo le dichiarazioni delle due giocatrici coinvolte in partite truccate, è stato scagionato dallo stesso Karatsev sulle accuse nei suoi confronti.

Pochi giorni fa è trapelata l’udienza con la polizia da parte di Yahor Yatsek e il suo ex allievo Aslan Karatsev. È il 22 settembre 2020 a Parigi e il coach bielorusso, che accompagna Aslan in occasione delle qualificazioni del Roland Garros, spostato a causa del covid, viene arrestato nei locali del Servizio centrale delle corse e dei giochi (SCCJ) a Nanterre (Hauts-de-Seine).

Motivo? Esattamente come Ksenia Palkina (poi fermata per 16 anni), Yatsek sin dal novembre 2019 era su una “lista nera” stabilita dall’Organismo di lotta contro la corruzione e il doping nel tennis (ITIA). Il 29enne era finito all’interno di questa “black list”, in seguito alla messa in causa da parte di un giocatore, il cui nome è ignoto. La situazione, tuttavia, si è aggravata ulteriormente in seguito alle dichiarazioni della stessa Palkina e di Albina Khabibulina, due giocatrici che, tuttavia, Yatsuk ha affermato di conoscere ma che, ai tempi dell’udienza, non vedeva da due anni.

Per questo motivo, dinanzi agli investigatori francesi, l’allenatore bielorusso non riusciva a spiegarsi perché ci fossero queste accuse nei suoi confronti, perché veniva visto come un corrotto nel mondo del tennis. In suo “soccorso” è arrivato proprio il suo ex allievo, che, interrogato dagli investigatori, lo ha scagionato dalle accuse.

Questa vicenda, però, potrebbe aver costituito il movente dell’addio fra i due, avvenuto al termine del 2021, senza alcuna comunicazione ufficiale.