Il vincitore di Dubai ha raccontato alcuni aneddoti interessanti della sua vita.

Al termine di un match, Mischa (Zverev, ndr) mi ha chiesto se avessi bisogno di alcune magliette e gli ho risposto di sì. Fino a cinque anni fa avevo un contratto con Adidas, quindi possiedo ancora molti vestiti, ma non erano l’ultimo modello” ha aperto Aslan Karatsev nell’intervista apparsa sul sito ufficiale dell’ATP.

Il tennista russo è la grande rivelazione di questo primo scorcio di stagione. Iniziato l’anno alla 112 piazza, grazie alla semifinale all’Australian Open e al successo nel torneo Atp 500 di Dubai, ha scalato 95 posizioni in classifica in poco più di tre mesi. Nonostante gli ottimi risultati, non ha ancora trovato uno sponsor tecnico. “Abbiamo ricevuto numerose offerte di sponsorizzazioni, ma ne stiamo ancora attendendo una più importante” ha dichiarato il suo nuovo agente Pierre Christen. “Credo che molte persone stessero aspettando di vedere se riusciva a confermarsi anche dopo l’Australian Open“.

Il 2021 per il 27enne si è aperto con la vittoria nell’Atp Cup. Nonostante non abbia disputato nemmeno un match in singolare nella competizione, il solo fatto di parteciparvi è stato speciale: “Far parte della squadra nell’ATP Cup mi ha dato grande fiducia. Nel primo turno dell’Australian Open ero nervoso, ma successivamente sono riuscito a sentire i miei colpi e a mostrare il mio gioco”.

La storia di Karatsev è incominciata da molto lontano. Nato a Vladikavzak in Russia, a pochi passi dalla Georgia, a soli 3 anni si è spostato con la famiglia in Israele. Il tennis lo ha scoperto qua anche grazie a sua sorella:”Lei smise dopo soli due anni e a quel punto iniziai io. Mio padre (ex calciatore, ndr) ha scommesso molto sulla mia carriera. Veniva con me ogni mattina. Successivamente il tennista russo, insieme al padre, ha deciso di far ritorno nella madre patria: “È stato difficile allontanarsi da mia madre e mia sorella a 12 anni. Ma era un’opportunità importante

Tra gli aspetti maggiormente migliorati nell’ultimo periodo c’è sicuramente l’aspetto mentale. “In passato tendevo a innervosirmi spesso in campo quando non giocavo come volevo. Non si può giocare bene ogni giorno, bisogna affrontare le difficoltà“ ha affermato Karatsev.


In conclusione, il semifinalista dell’Australian Open ha commentato il suo fantastico inizio di stagione, premiato con la quinta posizione nella race per le ATP Finals di Torino. “Se me lo avessero detto qualche tempo fa non ci avrei creduto. Il mio coach, Yahor Yatsik, continuava a dirmi di essere forte mentalmente e mi motivava ogni giorno ripetendomi che ero superiore rispetto al livello Challenger. Il successo però non è stato casuale:”Ci abbiamo lavorato per 10 anni. Ci sono stati molti alti e bassi negli ultimi tre anni, ma abbiamo lavorato molto duramente” ha chiosato Karatsev, che debutterà quest’oggi nel Miami Open, opposto a Mikhail Kukushkin.