Aryna Sabalenka, alla vigilia del match che potrebbe regalarle l’accesso in finale agli US Open, ha dichiarato che per lei è difficile essere bielorussa in questo periodo e che è stata così triste durante Wimbledon, al punto da non riuscire a guardare nessuna partita in televisione

Aryna Sabalenka sta vivendo una favola sui campi in cemento degli US Open: in svantaggio 2-6 1-5 al secondo turno contro la temibile Kaia Kanepi, la bielorussa ha salvato un match point grazie alla fortuna e al decisivo intervento del nastro e oggi, dopo il 6-1 7-6 rifilato a una rediviva Karolina Pliskova, si trova in semifinale a New York per il secondo anno consecutivo. La numero 6 del mondo, che ha difeso con successo i 780 punti di 52 settimane fa e non vedrà il suo nome scendere in classifica (è settima nel live ranking), adesso non vuole accontentarsi e sfiderà Iga Swiatek per un posto nella sua prima finale Major. I precedenti di quest’anno non le sorridono, vinti tutti e tre dalla polacca per 6-2 6-3 a Doha, 6-2 6-2 a Stoccarda e 6-2 6-1 a Roma, ma Sabalenka sa come si fa a sconfiggere la numero 1 del mondo, avendolo fatto alle WTA Finals 2021 grazie al punteggio di 2-6 6-2 7-5. Costretta a saltare Wimbledon, dove anche lì difendeva la semifinale, la bielorussa è stata intervistata in conferenza stampa e ha raccontato quanto sia difficile la situazione psicologica ultimamente per i tennisti provenienti da Russia e Bielorussia, i quali devono affrontare parecchi ostacoli tra i quali, appunto, il ban al terzo Slam stagionale.

“È molto dura e c’è tanta pressione sulle nostre spalle – ha dichiarato la numero 1 tra le tenniste russe e bielorusse -. Per quel che mi riguarda, cerco di pensare che sono semplicemente un’atleta e che non ho nulla a che fare con queste questioni politiche. Cerco soltanto di giocare al meglio delle mie possibilità, sperando che la gente si diverta a vedere le mie partite. Wimbledon? In quei giorni ho rifatto tutta la preparazione da zero, come se fosse finita una stagione e ne stesse per iniziare un’altra, lavorando in particolare sul servizio. Non mentirò: è stato un periodo difficile, specialmente quando andavo in palestra per allenarmi e trovavo i match di Wimbledon sulla televisione. Ammetto che chiedevo sempre di spegnere, perché non ce la facevo a vedere i miei colleghi giocare su quei prati ai quali sono legata da tanti bei ricordi. È stato un periodo molto complesso e ne ho approfittato per lavorare duramente”.