Intervistato al termine del match di ottavi di finale vinto nell’ATP 250 di Newport, Andy Murray ha dichiarato che si dedicherebbe volentieri al mestiere di allenatore: se potesse scegliere, aiuterebbe Emma Raducanu e Carlos Alcaraz
Andy Murray, vincitore su Max Purcell con il punteggio di 4-6 6-2 6-1, si è qualificato per i quarti di finale dell’ATP 250 di Newport, dove attende il kazako Alexander Bublik (3-1 per lo scozzese nei precedenti, 2-1 nel 2022, 2-0 sull’erba). Intervistato al termine del suo ultimo incontro, l’ex numero 1 del mondo ha rivelato di aver già le idea chiare su cosa fare al termine della propria carriera tennistica, giorno che non sembra poi così lontano visti i 35 anni e la protesi all’anca.
“Quando terminerò la mia carriera – ha affermato il nativo di Dunblane –, mi piacerebbe dedicarmi al mestiere di allenatore, perché penso di portarmi dietro un enorme bagaglio di esperienza che posso trasmettere, non solo in termini meramente tenistici, ma anche perché ho superato alcuni avvenimenti che mi hanno cambiato la vita, costruendo la mia personalità. La lezione più importante che ho appreso dal tennis è che bisogna godere dei momenti buoni, perché tutto può finire da un momento all’altro, ma, allo stesso tempo, questo non deve portare ad un rilassamento. Puoi aver vinto un titolo, ma se la settimana successiva perdi al primo o al secondo turno la fiducia già ne risente. È molto semplice perdere in due giorni tutto il lavoro che hai costruito nel corso dei mesi, quindi è fondamentale gestire in maniera saggia i momenti positivi e negativi. È necessario imparare ad affrontare il fallimento, affrontarlo con ottimismo e utilizzare la sconfitta in modo costruttivo. La verità è che, se potessi, cambierei molte decisioni che ho preso durante la mia carriera: questo è ciò che mi motiva a diventare allenatore, evitare che gli altri commettano gli stessi errori che ho fatto io“.
“Nel circuito femminile – ha proseguito Murray –, mi piacerebbe poter aiutare Emma Raducanu, mentre tra gli uomini lavorerei volentieri con Carlos Alcaraz. Mi sembra un ragazzo che si impegna al massimo delle sue possibilità, con un amore sincero nei confronti di questo sport. Penso anche che sarebbe interessante dare qualche consiglio a Stefanos Tsitsipas e a Jack Draper. Sono tutti molto talentuosi e penso che sia Stefanos che Carlos abbiano il potenziale necessario per vincere i tornei del Grande Slam”.