Il tennista di Bratislava, che ha appena raggiunto il suo best ranking al numero 93 Atp, sta vivendo il suo anno migliore dal punto di vista dei risultati. Ma la vittoria più grande è quella che sta ottenendo fuori dal campo

“Ho contattato diverse organizzazioni nella mia città ed ho iniziato ad aiutarli. In che modo? Uso calze stravaganti, la gente pensa sia per moda ma in realtà c’è ben altro dietro. I miei fan si incuriosiscono e mi iniziano a domandare se possono condividere la storia: è un modo utile a creare coscienza”. Un’idea più che lodevole quella di Andrej Martin, il tennista di Bratislava che ha appena raggiunto il suo best ranking al numero 93 della classifica mondiale. Il classe ‘89, recente semifinalista dell’Atp di Cordoba, ha raccontato la sua iniziativa che mira ad aiutare persone bisognose, in particolare quelle affette da autismo: “Spesso mi chiedo perché gioco a tennis. La risposta credo di averla trovata: voglio farmi conoscere il più possibile ed essere coinvolto sempre più in iniziative benefiche, come quella sull’autismo”.

Nonostante non sia un mostro di notorietà, negli anni lo slovacco si è ritagliato un posto di tutto rispetto nell’élite del tennis mondiale, irrompendo nell’agognata top 100 a distanza di 4 anni dall’ultimo, da quel 2016 che rappresenta probabilmente il suo miglior anno in carriera. Oltre al terzo turno raggiunto al Roland Garros, nella stessa stagione l’attuale 93 del ranking mondiale può vantare una finale a livello Atp: in quel caso, nel torneo di Umag, fu il nostro Fabio Fognini a negargli il primo sigillo del circuito maggiore. Risultati comunque importanti, che hanno un unico denominatore: la terra battuta, spesso preferita nella programmazione dello slovacco ai tornei sul veloce. Piuttosto inusuale per un tennista dell’Est Europa, che ha confermato di trovarsi maggiormente a suo agio nel caldo torrido del Sud America: “Mi piace più giocare outdoor che indoor, dove di solito ci sono pochi campi di allenamento e con la mole di giocatori che ci sono è difficile organizzarsi bene. In Sud America ci sono moltissimi campi, si possono preparare meglio le partite”. Uno step necessario per un tennista di alto livello come Martin, che però è attualmente costretto a trovare le giuste chiavi tattiche senza l’ausilio di un coach.

Dal 2017 Andrej si è infatti separato dal suo allenatore, il ceco Jan Hernych: “Non è il massimo girare senza coach, ma a dire la verità credo di essere migliorato. Ho iniziato a pensare maggiormente al mio tennis, cercando di aiutarmi prendendo appunti su un’agendina che è sempre con me. A volte prendo appunti anche durante i match. D’altronde gli esseri umani sono soliti dimenticarsi le cose, quindi le scrivo”. Dopo tanta gavetta, sembra finalmente arrivato il momento di Andrej Martin: un giocatore ora più responsabile ed equilibrato, che aiutando sé stesso riesce ad aiutare anche persone bisognose.