Le parole di Andreas Seppi a ATPTour.com dopo il suo ritiro dal tennis professionistico, avvenuto al Challenger di Ortisei. L’ex campione ha analizzato le motivazioni del ritiro e ha ripercorso la propria carriera.

Dopo il suo ultimo match della carriera, al Challenger di Ortisei, Andreas Seppi ha rilasciato delle dichiarazioni a ATPTour.com, ripercorrendo la propria straordinaria e lunghissima carriera. “Avrei firmato immediatamente se qualcuno mi avesse detto «sarai in grado di giocare fino a 38 anni». – Ha esordito l’altoatesino. – Mi sento molto fortunato a esserci riuscito per così tanto tempo. Mi ricordo quando sono arrivato vicino alla top 100 per la prima volta e poi sono entrato, ho finito l’anno da numero 70 o qualcosa del genere. Pensavo sempre «okay, spero di riuscire a rimanere qualche altro anno in top 100». Ora, guardare indietro e vedere che ci sono rimasto per 15 anni di seguito è qualcosa che non mi sarei mai aspettato all’inizio della mia carriera; penso sia la cosa di cui vado più fiero: il solo essere riuscito a rimanere a un livello così alto per così tanto tempo. Certo, probabilmente avrei potuto vincere qualche torneo in più e il mio best ranking avrebbe potuto essere migliore, ma questo traguardo, l’essere riuscito a giocare tutti questi anni a questo livelli, penso sia la cosa più speciale. Ho giocato un bel po’ di partite interessanti.

L’ex numero uno italiano ha anche analizzato le ragioni che lo hanno portato a prendere questa decisione. “Dopo i primi tre mesi (di questa stagione), ho iniziato a soffrire un po’ di più per infortuni meno seri del solito: un po’ alla spalla, un po’ alla schiena. Diciamo dolori leggeri, niente di serio, ma c’era sempre qualcosa. Non ho mai avuto realmente tempo per tornare in forma e giocare più tornei di fila. Quando ho giocato tre partite consecutive allo US Open e ho perso all’ultimo turno del tabellone di qualificazione, ho giocato per tre giorni di fila e il terzo giorno avevo dolore alla spalla e alla schiena. In quel momento ho realizzato che il mio corpo non era più in grado di andare avanti. Da quel punto di vista, è stata una decisione facile quella di ritirarmi, perché ho realizzato di non essere più in grado di giocare tre o quattro partite consecutive…Il recupero è molto più lento. È stato difficile stare al passo di questi nuovi giovani. Sono sicuro, però che avrò belle storie da raccontare.”