Il Presidente dell’ATP torna a parlare del tema Challenger Tour, su cui si era già espresso alcune settimane fa al Financial Times.
Andrea Gaudenzi torna a parlare del delicato tema “Challenger Tour” e lo ha fatto in una lunga intervista rilasciata al sito ATP. Il Presidente del Tour maschile ha “corretto il tiro” rispetto a quanto dichiarato circa un mese fa sul tema al Financial Times. Gaudenzi aveva infatti affermato quanto il circuito Challenger non sia abbastanza attraente e per questo non sostenibile economicamente.
Nella recente intervista al sito ufficiale dell’ATP Gaudenzi ha però espresso una visione sul tema completamente diversa: “Voglio affermare che il Challenger Tour è fondamentale per il successo del tennis. È il percorso naturale verso l’ATP Tour senza cui il nostro sport non può crescere. So – ha proseguito l’ex numero 18 del mondo – in prima persona quanto sia dura la competizione a quel livello, avendo giocato molti Challenger nella mia carriera. Ho il massimo rispetto per i giocatori e per i promotori di tornei di quel livello, che lavorano molto duramente. Quando si tratta del numero di atleti sostenuti finanziariamente, è vero che il tennis non è allo stesso livello di altri sport di squadra come il calcio, il football americano o il basket. Il miglioramento della redditività finanziaria ai livelli più bassi del tennis si riduce ad una migliore promozione e supporto tramite la redistribuzione dei ricavi generati ai massimi livelli. Vorrei sottolineare che questa è ovviamente una priorità per l’Atp e, cosa importante, riteniamo che si possano compiere importanti miglioramenti. In questo senso abbiamo di recente creato una nuovissima divisione Challenger, guidata da Richard Glover, ex CEO di Tennis South Africa. L’obiettivo di questa divisione sarà far crescere lo sport a quel livello. Ciò nasce in seguito ad una valutazione completa e all’analisi finanziaria del Challenger Tour dell’anno scorso da parte di Atp Management, che ha esaminato le opportunità di ristrutturazione e aumento degli investimenti. Con il supporto del nostro consiglio – ha detto ancora Gaudenzi – il nostro piano è quello di sfruttare queste opportunità nel 2022. Sebbene il Challenger Tour sia di per sé un prodotto sostenibile da oltre 30 anni, sono fiducioso che questo lavoro si tradurrà in miglioramenti significativi, incluso un aumento dei guadagni dei giocatori”.
Nel corso dell’intervista si è poi parlato della situazione economica presente attorno ai Challnger su cui l’ex tennista azzurro ha dichiarato: “In un anno classico il Challenger Tour prevede circa 150 tornei ed offre sui $12 milioni di montepremi. Al momento sono pochi i giocatori che si guadagnano da vivere a quel livello di questo sport. Affinché ci sia un cambio in questo senso, i vari organismi del tennis devono lavorare insieme per garantire che la crescita dei ricavi ai vertici del nostro sport venga redistribuita ai livelli più bassi. Questo deve avvenire in parallelo all’aumento dei flussi di entrate esistenti a livello Challenger. Dobbiamo altresì riconoscere che non ci si può attendere un sostentamento ad un numero di giocatori infinito. Bisogna perciò tracciare una linea“.
Un altro punto importante, infine, su cui si è soffermato Gaudenzi è stato la ridistribuzione dei guadagni nei tornei: “Stiamo inserendo un nuovo modello di montepremi agli Atp Masters 1000, ideato nel piano strategico Atp, che è già entrato in vigore da quest’anno. Secondo questo modello, i profitti dei tornei che superano i premi in denaro in loco in tutta la categoria saranno condivisi 50-50 tra tornei e giocatori, contribuendo a un potenziale nuovo Bonus Pool variabile. Quest’ultimo verrebbe pagato ai giocatori alla fine di ogni anno. La formula si fonda su una nuova regola, la cui richiesta è una revisione indipendente dei dati finanziari del torneo. Si tratta di un progresso rivoluzionario per la nostra organizzazione che, per la prima volta dall’inizio del Tour nel 1990, offre completa trasparenza finanziaria ai giocatori. Inoltre – ha concluso il Presidente dell’ATP- ciò rappresenta un importante passo avanti per ciò concerne l’uniformazione degli interessi dei giocatori e dei tornei“.