Le dichiarazioni del kazako sul divieto imposto ai giocatori russi e bielorussi di gareggiare a Wimbledon e il rapporto conflittuale con la terra battuta
Chiudere le porte a tennisti russi e bielorussi? In tanti, fra giocatori ed ex campioni della racchetta, storcono il naso sulla decisione presa da Wimbledon. I Championships hanno ufficializzato da giorni attraverso un comunicato la loro esclusione mentre altre manifestazioni meditano sul da farsi. Alexander Bublik, nato in Russia ma naturalizzato kazako dal 2016, ha espresso la propria opinione sull’argomento.
“Non voglio giudicare e dire se sia giusto o sbagliato – ammette Sascha -. Credo sia una decisione che spetti al governo o agli organizzatori dei tornei e hanno il diritto di farlo. Tuttavia lo sport rappresenta anche una distrazione dalla vita di tutti i giorni. Alla fine si tratta di mettersi a proprio agio davanti alla TV con una birra e seguire il proprio giocatore o la propria squadra preferita. La stagione sulla terra? Devo guadagnare soldi anche se non mi piace la superficie. Inoltre, eventi come il Mutua Madrid Open sono obbligatori e devi giocare. Sono un professionista e non ho scelta” ha dichiarato Bublik.