Il parere di José Moron, giornalista su Punto de Break, e Fernando Murciego, giornalista per Eurosport e Dazn, sui principali esponenti della Next Gen
“Il top player nasce sempre all’estero”. Una considerazione che riecheggia forte in Italia in queste ore dopo il successo di Carlos Alcaraz ai danni del numero 3 del mondo Stefanos Tsitsipas agli Us Open.
La splendida affermazione dello spagnolo, ciliegina di una perentoria scalata in quest’ultimo periodo, ha infatti dato luogo ai soliti inutili paragoni con i due “Next Gen” nostrani: Jannik Sinner e Lorenzo Musetti. Ancora una volta, come già detto, si è avvertita la solita tendenza, fra gli appassionati e non solo, di sottovalutare i nostri due giovani a discapito del quasi coetaneo spagnolo. Un fenomeno ricorrente in quanto i tre nomi in questione sono solo all’inizio di un percorso lunghissimo che inevitabilmente sarà caratterizzato da incidenti di percorso e bruschi stop.
Se nel nostro Paese in questo tipo di valutazioni si è sempre molto esterofili, cosa succede in Spagna, ossia la terra natale dell’allievo di Juan Carlos Ferrero?
Due giornalisti locali specializzati nel settore, José Moron, giornalista del noto sito spagnolo ‘Punto de Break’, e Fernando Murciego, giornalista presso Eurosport e Dazn, ci hanno fornito una propria panoramica sul pensiero spagnolo in merito ai giovani e su quale sia il trattamento nei loro confronti da parte di coloro che seguono il tennis.
“In Spagna i nostri giovani non sono sottovalutati – ci spiega Moron -. Il problema è che spesso vengono associati subito a grandi campioni, soprattutto a Rafael Nadal. In questi anni tante carriere sono state distrutte – ha proseguito José – per questi paragoni prematuri. Mi viene in mente Carlos Boluda, che a 13-14 anni sembrava poter essere più forte di Rafa. Ciò gli ha messo un’incredibile pressione addosso, che non è riuscito a gestire ed anzi è caduto in depressione sino alla decisione di ritirarsi. Alcuni ieri – continua Moron – hanno parlato di Alcaraz come il nuovo Rafa. Non ne trovo il senso ma questo è il problema qui”.
Murciego ha invece sottolineato l’importanza che questo successo ha avuto per il tennis spagnolo, pur sottolineando, come il collega, quanto i paragoni abbondino e non facciano assolutamente bene: “Ciò che ha fatto ieri Carlos è speciale. Tutte le tv hanno iniziato a parlare di lui e questo lo ha fatto conoscere a tutti. Si è avuta la sensazione di aver assistito a qualcosa di storico, che ricorderemo per molto tempo. Già in tantissimi però – prosegue Fernando – lo hanno definito il nuovo Nadal e non è corretto esporsi in questo modo. A differenza di altri giovani, tuttavia – ha aggiunto – con lui non c’è stata tanta esposizione pubblica. Ciò anche perché in Spagna viene seguito tanto Rafa ma, oltre ai veri appassionati, non si conoscono bene gli altri giocatori.”
Seguendo questo filone non è mancato un riferimento al modo di metabolizzare una sconfitta inaspettata da parte di un Next Gen molto promettente come Alcaraz. I due su questo punto hanno offerto un’idea differente. “Una sconfitta ad esempio con Gojowczyk agli ottavi non sarebbe un disastro – confida Moron -. In ogni caso il team di Alcaraz, su tutti Ferrero, non si fanno condizionare troppo dai pareri esterni“. Murciego, invece, crede che uno stop della stellina iberica col sorprendente tedesco sarebbe affrontata con grande tristezza: “Ciò che ha fatto Carlos ha ridato vitalità al tennis qui in Spagna. Due anni fa era impossibile pensare ad un seguito simile per un giocatore diverso da Nadal“.
I due colleghi spagnoli si sono esposti in un’opinione anche sui due giovani azzurri e sul cosa potrebbero costituire nel futuro insieme appunto ad Alcaraz.
Moron crede che i tre possano vincere Slam però predica una certa cautela. “All’età di 18 anni infatti – ha sostenuto il giornalista di Punto de Break- si diceva che Tsitsipas, Shapovalov, Zverev, Aliassime avrebbero dominato ed invece ad oggi hanno ottenuto solo due finali Slam. Questo non vuol dire che i tre ragazzi in questione non possano ottenere qualcosa di diverso ma una cosa è certa, bisogna dimenticare i Big 3“.
Murciego, invece, oltre a predicare calma, ha posto delle differenze fra il binomio Sinner/Alcaraz e Musetti. Sui primi due non ha dubbi: “Sono destinati a far grandissime cose nel circuito e già lo hanno dimostrato, anche se credo Carlos possa diventare più completo di Jannik“. Sul talento di Carrara, il giornalista di Dazn ed Eurosport mostra al contrario qualche perplessità: “Mi piace tantissimo il suo gioco, in particolare sono innamorato di quel rovescio ad una mano. Al contempo però voglio vedere come matura il prossimo anno, se è pronto a rimanere competitivo con regolarità con i grandi. Il suo è un tennis – ribadisce ancora Fernando – molto tecnico, scuola Federer. Il mio dubbio però è quanto possa essere efficace per vincere determinate partite. Certo – ha concluso sul carrarino – mi aspetto che anche lui, come gli altri due, fra due anni sia nella top 15 del ranking mondiale“.