L’ex campione azzurro ha commentato così ai microfoni di “Radio Anch’io” il caso del tennista serbo

Non sono d’accordo sulla sua esenzione, Djokovic è il più forte giocatore del mondo e muove molto denaro, ma questo non toglie che lui debba rispettare i regolamenti“. Adriano Panatta, interpellato sull’affaire Nole, è intervenuto ai microfoni di “Radio Anch’io” per dare la propria opinione sull’argomento clou di questi giorni. “Non sono un colpevolista – afferma l’ex campione di Parigi – se lui dimostra che la documentazione portata è corretta e dimostra la sua buona fede è giusto che giochi. Non si può tuttavia mentire: vedo che ora dà la colpa al suo staff, ma sapete quante persone ha nello staff? È difficile sbagliare una dichiarazione su una cosa fatta un mese fa, è strana questa cosa“.

Djokovic dovrebbe essere un esempio come Diego Armando Maradona? Diego è stato straordinario, un fuoriclasse sul campo. Fuori dal campo ha lasciato un pochino a desiderare. Sono tutto tranne che moralista, spero di essere giusto. Djokovic si sentiva un po’ in difetto e sperava che la sua condizione lo potesse aiutare. Ma di questa cosa non se ne può più, giocasse o non giocasse. È un torneo di tennis, non mettiamola sul discorso politico. Sono dei ragazzi in mutande che giocano con le pallette, e pensano di essere più importanti di Gino Strada. Non prendiamoci troppo sul serio altrimenti diventiamo ridicoli. Ha ragione Nadal, poteva vaccinarsi. E l’Australia ha fatto un bel casino”.