L’ex numero 27 al mondo, assente dal circuito dal 2019, all’età di soli 28 anni ha annunciato il ritiro per problemi irrisolvibili all’anca.
Laura Robson dà ufficialmente addio al tennis. La tennista britannica si era operata per la prima volta al polso nel 2014. Da quell’operazione era riuscita, in parte a riprendersi. Ciò non è avvenuto, invece, per i problemi all’anca, per cui si è operata per ben tre volte, per cui è stata assente dall’ITF di Sunderland dell’aprile 2019 fino ad oggi e per cui, a 28 anni, ha deciso di dire basta.
La nativa di Melbourne chiude la propria attività professionistica con un best ranking di numero 27 al mondo, due ottavi di finale Slam raggiunti (Us Open 2012 e Wimbledon 2013) ed infine la medaglia d’argento vinta alle Olimpiadi 2012 nel doppio misto con Andy Murray. Risultati importanti, che la Robson ricorda con tanto piacere. Tuttavia, il punto di svolta della sua carriera, secondo la tennista britannica è stato il successo a Wimbledon Junior 2008: “Quel trionfo mi ha portato a cose inaspettate. L’anno dopo aprii il programma sul secondo campo a Wimbledon e non avrei mai avuto questa opportunità senza quel successo. Fu una cosa emozionante ma mi aprì anche gli occhi su quanta pressione ci fosse sulle mie spalle”.
L’annuncio è arrivato in una lunga intervista alla BBC, in cui Robson ha spiegato nel dettaglio i motivi del ritiro: “Ho affrontato qualsiasi tipo di riabilitazione e chirurgia. Ho avuto a che fare con tutti i migliori specialisti, che hanno lavorato in modo incredibile per farmi tornare in campo ma ciò non è bastato. Da un po’ so con certezza che non sarei potuta ritornare ma – ha detto ancora la Robson – ci è voluto molto tempo per dirlo prima a me stessa e poi per dirlo in modo ufficiale. La difficoltà di ammetterlo nasce dal fatto che la scelta non è dipesa da me perché vorrei essere ancora in campo. Detto questo, ormai è andata così e non devo guardare indietro, altrimenti non potrò mai andare avanti. Certo – ha concluso – in me rimarrà sempre la sensazione che avrei potuto fare qualcosa di più”.