Come diceva papà Giorgio nell'intervista con TennisBest Magazine, Sara Errani non chiede a tutti i costi il tifo del pubblico italiano. Semmai, il rispetto. Uscita dalle top-10, ha fatto un po' di sana ragioneria e sta cercando di raccogliere più punti possibili per chiudere la stagione più vicina alle top-10 che alle top-20. A naso può sembrare una programmazione meno ambiziosa, ma è perfettamente legittima. Non si è mai visto un tennista giocare tornei che non ama perchè “è ambizioso”, soprattutto quando è già formato (ben diverso il discorso per Matteo Donati, che si è tuffato sul cemento dei challenger americani. A 20 anni di età è doveroso sviluppare più esperienze possibili). Sarita ha trovato in un paio di tornei estivi una soluzione per ovviare alla riduzione degli eventi sull'amata terra. Quest'anno è la giocatrice ad aver vinto più partite sul mattone tritato (24), e spesso è lei a tenere vivo il tricolore fino al weekend. E' accaduto anche in questa settimana, inizialmente piena di protagonisti azzurri. Dai e dai, alla fine resta solo lei, attesa da una delicata semifinale contro Karin Knapp, di nuovo in semifinale a Bad Gastein dopo ben 8 anni. Fu proprio lassù, nella piccola località austriaca, che Karin mostrò per la prima volta le sue potenzialità. E contro Sarita non parte battuta, vuoi perché è avanti 3-1 negli scontri diretti (anche se ha perso l'ultimo), vuoi perché Sarita sembra avere qualche problema alla spalla destra, la stessa che la infastidisce da tempo e ha impedito progressi importanti al servizio. Quello contro la baby russa Daria Kasatkina sembrava un match di routine, ma dal 6-3 3-2 ha incassato quattro giochi di fila che l'hanno costretta a giocare un set in più. Alla fine l'ha spuntata, ma contro questa Super Knapp non sarà facile: l'altotesina ha giocato e vinto due belle partite contro giocatrici in forma: prima Johanna Larsson (reduce dal successo a Bastad), poi Polona Hercog (protagonista a Bucarest e rinata sotto la guida di Zeljko Krajan). In particolare, è stata bravissima contro la slovena: sotto 5-2 nel primo set e 4-1 nel secondo, non si è mai disunita e si è imposta col punteggio di 7-6 7-5. Davvero brava. Nell'altra semifinale si troveranno Anna Karolina Schmiedlova (vincitrice a Bucarest) e Samantha Stosur, il cui servizio va a nozze con l'altura.
WTA Bad Gastein – Secondo Turno
Karin Knapp (ITA) b. Johanna Larsson (SWE) 6-3 6-3
Quarti di Finale
Sara Errani (ITA) b. Daria Kasatkina (RUS) 6-3 3-6 6-2
Karin Knapp (ITA) b. Polona Hercog (SLO) 7-6 7-5
RIMPIANTO VINCI, SCHIAVONE A CORTO DI BENZINA
Niente da fare per gli altri italiani in gara. Al WTA di Istanbul c'è amarezza per la sconfitta di Roberta Vinci, che sembrava aver trovato il giusto feeling dopo un brutto periodo (e l'uscita dalle top-50). Il 6-0 rifilato nel primo set a Magdalena Rybarikova faceva ben sperare: Roberta è arrivata fino al matchpoint, poi però non ha mantenuto la stessa intensità contro una giocatrice che ha lentamente trovato il modo per fronteggiare i suoi tagli assassini. Il terzo set è stata un'amara agonia. Era prevedibile la sconfitta di Francesca Schiavone: la battaglia contro Camila Giorgi le aveva tolto energie preziose e si è visto contro Kirsten Flipkens. La belga adotta un tennis molto diverso rispetto alla Giorgi: ragiona su ogni palla, sa palleggiare a ritmi bassi e ha approfittato dell'inevitabile stanchezza della Schiavone, che ha incassato cinque giochi di fila dopo un buon inizio. Nel secondo set è rimasta in partita, ma dal 4-4 ha perso gli ultimi sette punti della partita. Come se non fosse più in grado di andare oltre.
WTA ISTANBUL – Quarti di Finale
Magdalena Rybarikova (SVK) b. Roberta Vinci (ITA) 0-6 7-5 6-2
Kirsten Flipkens (BEL) b. Francesca Schiavone (ITA) 6-2 6-4
FOGNINI, UNA GIORNATA STORTA
La grande amarezza di giornata di è consumata a Umago, laddove Fabio Fognini è quasi un "locale" e può contare sul tifo di tanti italiani. Anche per loro ha lottato fino all'ultimo contro Joao Sousa, combattendo contro un inizio disastroso (ha perso 6-2 il primo set dopo aver ceduto i primi quattro game). Fabio non era in palla, ha commesso troppi errori gratuiti (alla fine saranno 59) e curiosamente non trovava il giusto feeling su un campo che spesso gli è stato amico. Merito a Sousa, grintoso e regolare, nonchè bravo a non disunirsi quando Fabio ha intascato il secondo set e gli ha ripreso un break di svantaggio nel terzo. Ma adesso scriveremmo un'altra storia se l'azzurro avesse messo in campo il dritto d'attacco sul matchpoint. Il tie-break si è giocato sul filo del rasoio: nonostante un doppio fallo sul 5-4, era comunque salito sul 6-5. Ha provato a chiudere in bellezza, ma la palla gli è scappata via di un paio di metri. Gli ultimi due errori erano il simbolo di una giornata negativa, dove si è vista qualche pericolosa scoria del vecchio Fabio. Peccato, perché Umago era un'occasione strepitosa per raccogliere punti. Adesso sarà fondamentale – quasi vitale – fare grandi cose ad Amburgo. Qualche giorno di riposo e le memorie positive dei due buoni match vinti in Croazia possono essere utili.
ATP UMAGO – Quarti di Finale
Joao Sousa (POR) b. Fabio Fognini (ITA) 6-2 3-6 7-6