Il brand francese è celebre per la qualità dei suoi multifilamenti e il nuovo HDX Tour non fa eccezione: grande potenza, ottimo comfort e resa delle rotazioni. Ideale per chi (e sono tanti) deve evitare i monofili.  

Anche l’appassionato medio di tennis sta cominciando a capire l’importanza della corda, il vero motore della racchetta. Troppo spesso però, il giocatore di club si affida ai monofilamenti, tanto cari ai giocatori professionisti che hanno il vantaggio di potersi permettersi di cambiare le corde ogni 9 game, mentre gli “umani” pretendono di giocarci almeno una ventina di ore. Inoltre, i monofilamenti sono corde piuttosto rigide e se il braccio non è sufficientemente allenato, rischia di non spingere come potrebbe e soprattutto di soffrire troppo gli shock da impatto. Anche perché quel tipo di corda non si rompe facilmente ma non sempre si ha la consapevolezza di tagliarle quando hanno perso eccessivamente le loro caratteristiche iniziali. Premesso tutto ciò, la scelta del multifilamento è spesso molto sensata (in sostanza: perché usare la corda di un Nadal o un Ferrer se la forza del nostro braccio non è nemmeno paragonabile? Come può sopportare quegli impatti?), e il nuovo Tecnifibre HDX Tour spicca in questo categoria. Per i ragazzini dovrebbe essere un obbligo giocare con questo tipo di corda, per il veterano idem; l’agonista invece può scegliere, in base alla potenza che riesce ad esprimere e a quanto il suo braccio è allenato.
 


Come suggerisce la stessa azienda, la HDX Tour è ideale per chi usa telai sotto i 300 grammi. L’abbinata telaio leggero e corda rigida (tipo monofilamento) crea un binomio di scarsa potenza e che presenta tanti problemi di shock all’impatto e quindi di dolori al braccio. Sopra un certo livello di gioco, quando il braccio sa e riesce a spingere a lungo, è chiaro che un monofilamento (tenuto in buone condizioni) o un ibrido si possono anche far preferire; però… però anche chi usa gli ormai classici telai da 100 pollici e 300 grammi può trovare grande soddisfazione con un multifilo di questa qualità, soprattutto se il braccio non è così allenato e desidera tanto comfort. E poi autovalutatevi bene: se la palla non scorre così veloce, se i winner latitano, se la profondità non è ottimale, lasciate perdere le scelte dei professionisti e provate a montare un multifilamento: si guadagna più di quanto si perda.
 


Disponibile in tre calibri, consigliamo quello da 1.24 per una maggior spinta. Prima dell’incordatura, il calibro misurato era di 1.23 mm, dopo l’incordatura di 1.21 mm. Abbiamo optato per una tensione di 25 kg; dopo 24 ore e senza aver tirato una palla, la rigidità statica del telaio era scesa di circa il 9%, confermato dalla misurazione con l’ERT300. La corda ha aggiunto quasi 14 grammi al peso del telaio.
 

La corda HDX Tour è dunque un multifilamento in poliuretano le cui fibre sono composte per il 34% da Elastyl per ottenere potenza ed elasticità, per il 33% da fibre di poliestere per una sensazione di maggior presa della palla sulla corda e per il restante 33% da fibre Thermostabyl per un maggior snap-back (il ritorno della corda alla sua posizione originale dopo l’impatto) e una buona resa delle rotazioni. Ciliegina sulla torta, il rivestimento con un lubrificante per un'azione anti-abrasione che ne accresce la durata.
 

Per farvi capire perché una corda multifilmento offre maggior comfort, basta ricordare che una pallina colpita a 70 km/h genera un impatto per la racchetta di 100G (l’unità di misura dell’accelerazione); di conseguenza, una palla da 57 grammi viene percepita con un peso di 5,7 kg. E se la racchetta è leggera, la corda rigida e il braccio non troppo allenato, lo shock da impatto è ancora più grave. E un monofilamento in poliestere è generalmente il 40% più rigido di un multifilamento in poliuretano e genera un affaticamento di circa il 20% in più per il braccio. Mettendo tutti questi dati insieme, emerge come (professionisti e agonisti puri a parte), una corda multifilamento dovrebbe sempre essere preferita ad un monofilo in poliestere.
 

TEST IN CAMPO


Usando telai potenti, ho sempre scelto corde monofilo per avere un buon compromesso col controllo. In realtà, se il braccio non è così allenato, rischia di soffrire. Con la HDX Tour, calibro 1.30, si spinge che è una meraviglia, il comfort è assoluto e soprattutto prende benissimo quelle rotazioni che ti permettono di avere controllo. Certo, quando perdono tensione non si mantiene più lo stesso feeling e si perde troppo in precisione.
 


Su un telaio che spinge, diventa una bomba e bisogna controllare bene la tensione per non andare fuori giri. Però si trova profondità con grande semplicità e mi garantisce anche qualche winner, a me che sbaglio poco ma che fatico a tirare dei vincenti.
 


Volevo più comfort e sono stato accontentato. Magari aumento la tensione di un paio di chilogrammi per avere maggior controllo e sentire che il colpo non scappa via: ma vuoi mettere spingere senza far fatica?
 


Volevo le corde di Nadal perché sono un suo grande tifoso, ma mi hanno detto che sono troppo rigide, che il mio braccino non le regge. Uso un telaio da 285 grammi e con queste corde tiro forte senza far fatica e prendono bene anche il mio top spin di diritto.
 


Basta con i monofilamenti che ti spaccano il braccio. E poi non sono le Williams che dicono di usare la racchetta (e quindi anche la corda) più potente che poi ci pensa la giocatrice a tenerla in campo? Ecco, la penso allo stesso modo. E se vado lunga, almeno ho spinto e comandato io lo scambio.
 


Comoda è comoda e la palla esce facile. Per fsr elezione è perfetta perché preserva il braccio dalla fatica, ma quando gioco un match tirato voglio controllo, controllo e ancora controllo. E il monofilo, appena montato, mi riesce a dare quel giusto mix di potenza e precisione, di controllo e rotazioni. Fin quando reggo…