In un’intervista rilasciata a Eurosport, il dottor Riccardo Ceccarelli parla della sua collaborazione sull’aspetto mentale con Jannik Sinner
Nella testa di Jannik Sinner e di tanti altri fuoriclasse come lui c’è solo un pensiero: continuare a migliorare per arrivare al vertice e occupare la prima posizione al mondo. Non si possono tralasciare dettagli, perché in tanti aspirano a quella posizione. Ecco perché, in tutto lo sport agonistico, non solo nel tennis, curare sino all’esasperazione parte tecnica, fisica e aspetto tattico può non bastare. Perché ogni nostra decisione, in campo e fuori, è governata dal cervello, e senza “un controllo” minuzioso e diligente della mente, persino la perfezione tecnica può risultare imperfetta.
Jannik Sinner ne è consapevole ed è il motivo per cui ormai dal 2020 – quando ancora si trovava sotto l’ala protettrice di Riccardo Piatti – viene seguito da Riccardo Ceccarelli, medico dello sport e specialista in psicologia, a capo di “Formula Medicine”, centro all’avanguardia nel mental training con sede a Viareggio. Ceccarelli ha una lunga esperienza con atleti di alto livello, avendo affiancato per 30 anni piloti di Formula 1, come Ayrton Senna, Max Verstappen, Charles Leclerc, e di MotoGp, Melandri, Casey Stoner e, ora, Jorge Martin.
Intervistato da Eurosport, Ceccarelli ha spiegato: “Nel tennis, come nella Formula 1, le prestazioni dipendono più dal cervello che dai muscoli: una volta allenato il corpo, è soprattutto una questione di testa. Nella nostra struttura ‘Formula Medicine’, che ha sede a Viareggio, ci sono tre medici, tre psicologi e tre preparatori fisici in pianta stabile, supportati anche da fisioterapisti, che lavorano in sinergia per migliorare le prestazioni psico-fisiche degli atleti. Negli ultimi anni abbiamo aggiunto al nostro team due ricercatori che lavorano sui parametri cardiaci e cerebrali per ottimizzare le prestazioni. Il nostro metodo è il risultato di centinaia di stress test. Alleniamo i nostri atleti a ridurre la loro carica emotiva di fronte a errori, rimpianti, pensieri negativi o sconfitte. In breve: puntiamo a eliminare lo spreco di energia mentale”.
Chiunque giochi a tennis, anche a livelli amatoriali, conosce la questione. Quante volte il pensiero di un errore appena commesso ha condizionato i punti successivi? Quante volte un brutto game giocato ha comportato “un’uscita mentale dal campo” che ha compromesso la partita? Naturalmente lo status di campione non può contemplare questi ostacoli, ma le pressioni cui i giocatori sono sottoposti generano inevitabilmente conseguenze forti sulla loro psiche che condizionano il braccio. Si parla spesso di “body language”, quello può essere considerato la cartina tornasole di un lavoro mentale ben condotto o meno. Per tornare a Jannik, non è un caso che nella finale vinta contro Medvedev nell’Atp 500 di Pechino, un sorriso sia spesso seguito a un brutto errore. Segno che la questione è stata interiorizzata e superata.
Il lavoro di Ceccarelli su Sinner è un impegno di 12 mesi, che naturalmente si può svolgere anche a distanza grazie al controllo di alcune funzionalità, quali la frequenza cardiaca e il controllo dell’attività cerebrale. Per questo sono sufficienti una fascia cardiaca e un computer. “L’obiettivo del nostro allenamento – prosegue Ceccarelli – è quello di ricreare situazioni che gli permettano di percepire sensazioni come la rabbia, lo sconforto, la fatica e la calma. Le assocerà poi ai vari momenti che incontrerà in partita”.
Insomma, una sorta di lavoro di “ingegneria mentale”, come lo definisce lo stesso specialista, che sta dando i suoi frutti. Stiamo pur sempre parlando di un ragazzo di 22 anni, che ha già conquistato un titolo Masters 1000, raggiunto una semifinale Slam, a Wimbledon quest’anno, e ottenuto la quarta posizione mondiale… per ora! L’attesa per le Atp Finals di Torino cresce…