di Giorgio Spalluto – foto Getty Images
A volte basta davvero poco per cambiare radicalmente un’intera carriera. Lo sa bene Alla Kudryavtseva, 23enne tennista moscovita, conosciuta fino a nove giorni fa solamente per aver estromesso nel 2008 a Wimbledon la più titolata connazionale Maria Sharapova. Quello era stato l’unico acuto per una tennista che, fino alla scorsa settimana, non si era mai spinta oltre i quarti di finale. Nell’ultimo atto del torneo di Guangzhou, solo i potenti colpi dell’australiana Groth, in smagliante condizione di forma, le avevano impedito di alzare al cielo il primo trofeo della sua carriera. Sono bastati solo sei giorni alla Kudryavtseva per potersi rifare. Dopo aver eliminato nei quarti la beniamina di casa, nonché testa di serie numero 2, Akgul Amanmuradova, e in semifinale la connazionale Rodina, Alla ha dovuto fronteggiare nell’ultimo atto Elena Vesnina, semifinalista nella capitale uzbeka nel 2007.
Già finalista poche settimane fa a Istanbul (battuta dalla Pavlyuchenkova), la Vesnina ha confermato anche a Tashkent di non essere il prototipo della tennista vincente. Quella odierna, infatti, è stata la quarta sconfitta in altrettante finali. Si era fermata nell’ultimo atto anche ad Auckland e New Haven lo scorso anno.
Nel doppio 6-4 finale si è rivelato decisivo il solito settimo gioco in cui la moscovita ha messo a segno il break che ha deciso entrambi i set in favore di Alla, aiutata nei momenti più delicati da un servizio che le ha portato in dote ben 5 ace, 4 dei quali nel secondo set.
La Kudryavtseva diventa così la nona giocatrice del suo paese a vincere un titolo Wta in una stagione abbastanza negativa per un movimento come quello russo che, dopo anni di dominio incontrastato, esprime in questo momento due sole Top 10, Vera Zvonareva (4) ed Elena Dementieva (10).
Sono i tornei minori a salvare il bilancio di questa superpotenza che, con la vittoria odierna della Kudryavtseva, porta a 12 i successi del 2010. Segue il Belgio a quota 7 e la Danimarca a 4.
Figlia di un ex-campione di lotta greco-romana e di una professoressa di chimica, Alla torna quindi a far parlare di sé due anni dopo l’exploit londinese. La prossima settimana migliorerà il suo “career high”, portandolo a quota 57. Una classifica di tutto rispetto, ma che non la pone neanche tra le Top10 del suo paese. Non avrà le punte di una volta, quel che è certo è che qualsiasi nazione vorrebbe essere in crisi come la Russia.
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