Il coach di Lorenzo Musetti ha raccontato, in un’intervista a SuperTennis, quelli che sono i punti principali del lavoro quotidiano che sta portando il tennista di Carrara tra i primi giocatori al mondo

Lorenzo Musetti è alle soglie della Top 10, anzi nel live ranking attualmente occupa esattamente la decima piazza, ma per festeggiare l’ambito traguardo occorre ancora che si incastrino un paio di risultati in quel di Barcellona. Al di là della classifica, è innegabile come il tennista di Carrara abbia cambiato passo nell’ultimo periodo e stia provando a compiere il definitivo salto di qualità, non soltanto dal punto di vista tecnico-tattico ma anche sul piano mentale. A dirigere i lavori sulla panchina dell’azzurro c’è praticamente da sempre coach Simone Tartarini, che in un’intervista concessa a SuperTennis ha raccontato alcuni aspetti del suo lavoro quotidiano con Lorenzo. “Con lui stiamo facendo un lavoro molto lungo, soprattutto impostato sull’aspetto caratteriale e di gestione dell’emotività. Tutti sappiamo che i suoi picchi di rendimento sono molto alti: quando gioca bene, il suo tennis è da top-10, top-5. Lorenzo ha spesso faticato a tenere la situazione emotiva sotto controllo. Questo lo faceva cadere in frustrazione e in passato ha condotto a sconfitte con giocatori di livello inferiore al suo. A Montecarlo, invece, malgrado sia spesso partito male faticando dal punto di vista tattico, è sempre riuscito a rimanere nella partita. È un passo avanti importante.“
Il lavoro però non è soltanto sul piano emotivo, ma parallelamente si sta cercando di modificare alcuni aspetti sul piano puramente del gioco. “Nel corso dell’off-season abbiamo lavorato sul servizio, modificando la biomeccanica del gesto. La tipologia precedente gli procurava sempre problemi nel lancio di palla, mentre dopo gli accorgimenti presi la situazione è migliorata e continua a migliorare. Per il resto, in generale ci stiamo concentrando maggiormente a livello tattico, verso l’obiettivo di avvicinare di più i piedi alla linea di fondo. Ma sempre partendo da lontano, perché Lorenzo gioca meglio quando riesce a tagliare il campo, mentre partendo da più vicino fatica”.
Per essere stabilmente tra i migliori del circuito la parola chiave è senza dubbio continuità, e l’ingresso – così come la permanenza – in top 10 passa inevitabilmente da un miglior rendimento anche sul cemento, oltre che su terra ed erba. Il veloce è infatti l’unica superficie su cui Musetti sembra, almeno per ora, palesare maggiori difficoltà, e proprio per questo il lavoro sul servizio diventa ancora più importante. “Spesso sul veloce si rifugia un po’ troppo nella soluzione in kick, quando il servizio potente offre maggiori garanzie. Lorenzo ha bisogno di ottenere più punti diretti, così da doverne giocare meno. Una situazione che a oggi lo penalizza un po’ rispetto a tanti avversari. Il suo miglioramento sul duro passerà da lì. Il resto è una questione di fiducia in se stesso: quando non si sente tranquillo in campo, la prima cosa che fa è indietreggiare. Una mossa che sui campi veloci non è permessa“