Una partita pazza tra i due compagni di nazionale, che solamente a tratti hanno mostrato il loro miglior tennis e si sono resi protagonisti di un’autentica maratona terminata con il più caloroso degli abbracci
Che sarebbe stata una partita divertente lo si sapeva fin dal sorteggio, che si sarebbe trasformata in una maratona da oltre quattro ore di gioco e con un totale di 17 break realizzati. Il folle derby a tinte azzurre andato in scena nel primo turno degli Australian Open viene vinto da Lorenzo Musetti, che si è imposto con il punteggio di 7-6(4), 4-6, 7-6(5), 6-3 su Matteo Arnaldi e avanza così al turno successivo. In una sfida senza alcuna certezza alla fine è risultata decisiva la maggiore qualità dei colpi del carrarino, che seppur latitante per lunghi tratti del match soprattutto al servizio ha presentato il conto al ligure sul finire di partita.
Il match si apre con un turno di battuta piuttosto agevole da parte di Arnaldi, andando a tratteggiare quello che sicuramente può essere una linea tattica della sfida tra i due: per provare a contenere la qualità di Musetti, il ligure dovrà cercare di ottenere tanti punti dal servizio per provare a essere poi offensivo nei turni di risposta. Piano che sembra funzionare nella prima parte del set, con il primo break che arriva proprio in favore di Arnaldi nel corso del sesto gioco grazie a un bel passante che coglie impreparato il connazionale sceso a rete non con i tempi migliori. Il vantaggio non viene però concretizzato dal ligure, che andato a servire per il primo parziale sul 5-3 ha commesso due non forzati e due doppi falli giocando un game pessimo che è valso il contro break a Musetti che ha poi ricucito lo strappo sul 5-5. Il match a questo punto ha cambiato completamente direzione ed è entrato nel vivo, con due break in rapida sequenza che hanno trascinato il parziale al tie-break: prima Arnaldi spara lungo un dritto giocato dal centro che manda Musetti a servire per il set, occasione però mancata dalla testa di serie numero 16 che sotto 15-40 spara anche lui fuori di dritto con il punteggio che torna così in perfetta parità. Il tie-break conferma il grande equilibrio del primo parziale, vinto in ultimo da Musetti per sette punti a quattro e chiuso con un meraviglioso passante di dritto giocato lontano dalla linea di fondo.
Il set vinto ha però l’effetto contrario rispetto quanto ci si attenderebbe, restituendo paradossalmente un po’ di tranquillità ad Arnaldi che in avvio di secondo parziale strappa a zero il servizio al compagno di nazionale. La sensazione è che Matteo possa giovare della migliore preparazione invernale svolta durante l’off-season – più lunga e svolta direttamente in Australia – per poter tenere al meglio gli scambi da fondo e provare a impostare la partita anche sul piano fisico oltre che tecnico. La continuità però non sembra essere la parola chiave di questo match, ed ecco quindi ancora una serie di break e contro break tra il quinto e il sesto gioco che fissa il punteggio sul 4-3 per il ligure, con Musetti che non è riuscito ad approfittare del passaggio a vuoto di Arnaldi commettendo doppio fallo sulla palla break. A impressionare in questo senso il numero dei non forzati dopo appena un set e mezzo: 65 in totale, equamente divisi in 35 per Arnaldi e 30 per Musetti. Come l’eterno ritorno dell’identico prospettato da Friedrich Nietzsche nelle sue opere di filosofia, i due giochi successivi sono un’autentica copia di quanto accaduto in precedenza: sempre due break, sempre Musetti che non consolida il vantaggio acquisito, sempre doppio fallo in occasione della palla break. Arnaldi è quindi andato a servire sul 5-4 per chiudere il set, riuscendo a tenere finalmente il servizio dopo quattro break consecutivi e non prima di aver salvato ulteriori tre palle break che avrebbero reso il parziale ancora più incredibile.
Il terzo set vive sulla falsa riga dei primi due, anche se a differenza del secondo ci sono meno occasioni di break con entrambi i giocatori in campo che probabilmente avvertono la pressione della posta in palio. Contrariamente a quanto successo in precedenza, in quest’occasione è Musetti a portarsi avanti di un break nel corso del quarto gioco, alla quarta palla break utile e al termine di un bello scambio che vede in ultimo un dritto di Arnaldi finire largo in corridoio. Il vantaggio acquisito dura però appena un turno di battuta per il carrarino, che nel settimo gioco restituisce il favore con un errore in lunghezza e il punteggio che si fissa sul 4-3 senza però più il break di vantaggio. Le difficoltà di entrambi i giocatori sembrano incastrarsi perfettamente, dando così vita a un match tanto incerto quanto poco spettacolare al momento: Arnaldi tenta spesso di strappare e uscire fuori dallo scambio per fare il punto – cosa che gli riesce soprattutto in risposta – mentre Musetti non riesce a tenere un rendimento costante con il servizio, ma trovando maggiore solidità dalla linea di fondo campo. Per la prima volta nel corso di tutto il match c’è una maggiore qualità negli scambi e un numero non di forzati che lentamente si riduce, con il parziale che si risolve ancora una volta al tie-break in favore di Musetti per sette punti a cinque con il mini-break arrivato durante il settimo punto su un dritto di Arnaldi che finisce in rete.
Il turno di servizio a zero tenuto da Arnaldi nel primo game del quarto set faceva sperare in un’inversione di tendenza, inversione che c’è stata probabilmente nell’inerzia complessiva del match ma non nella capacità di entrambi di tenere i propri turni di battuta. Tra il secondo e il quarto game arrivano infatti tre ulteriori break che permettono al tennista di ligure di salire 3-1, con Musetti visibilmente nervoso per non riuscire a incidere come vorrebbe con il dritto che in più di un’occasione si è rivelato fatale. Il tanto agognato strappo è arrivato proprio a partire da questo momento, dove Musetti infila una serie di cinque giochi consecutivi – con tre break realizzati nel quinto, settimo e nono gioco – per mettere fine a uno dei derby più folli e imprevedibili degli ultimi anni.