La dinastia dei fratelli Black ha fatto meglio di lui. Però loro arrivavano da una famiglia agiata ed erano figli di un buon giocatore. Al contrario, Takanyi Garanganga è un vero figlio dell'Africa Nera, dove è venuto al mondo (a Mbare, sobborgo povero di Harare) il 6 settembre 1990. Byron, Wayne e Cara sono stati più bravi, però non hanno mai portato medaglie al paese. Nel 2011, Takanyi ha vinto la medaglia d'oro ai Giochi Africani. Un primato che difficilmente gli porteranno via, visto che il tennis non sembra esattamente una priorità per i giovani zimbabwiani. Lui lo ha capito, al punto da trasferirsi negli Stati Uniti, dove risiede ancora oggi, ad Atlanta. Nonostante gli sforzi dell'ITF, che da una trentina d'anni investe parecchi soldi in un fondo di sviluppo per aiutare i paesi in via di sviluppo, nel 21esimo secolo il tennis africano è sempre più in difficoltà. L'economia di molti paesi è peggiorata, riducendo all'osso il sorgere di nuovi talenti. Sebbene ci sia ancora qualche torneo Futures, i tennisti africani hanno poche occasioni di emergere per davvero. “C'è stato un periodo in cui molti giovani erano coinvolti nella disciplina – ha raccontato Garanganga a tennis.com – quando ho iniziato c'erano molti tornei. Adesso si contano sul palmo di una mano. E' terribile”. E lui, pur essendosi trasferito, è rimasto legato alla sua terra.
5 DOLLARI PER GIOCAREPer questo, nel 2014 ha lanciato (insieme al suo manager Thabani Sithole) “Serve 4 Africa”, associazione no-profit che prova a favorire lo sviluppo sociale attraverso il tennis. L'iniziativa non gli ha garantito alcun vantaggio personale, tanto che nell'ottobre 2014 tentò addirittura la via del Crowdfunding. Affidandosi al sito specializzato “Pledge Sports” chiese al popolo del web la cifra di 10.000 dollari, necessaria per giocare le qualificazioni all'Australian Open. Gli è andata doppiamente male: ha raccolto appena 2.250 dollari e nel ranking ATP non è mai andato oltre la 288esima posizione, insufficiente per giocare le qualificazioni di uno Slam. Quest'anno non ha vissuto una grande stagione, chiudendo solo al numero 486 ATP: il suo miglior risultato è stata la finale al Futures di Fountain Valley, a ottobre. A inizio stagione era transitato anche in Italia, giocando i tornei di Sondrio e Basiglio. Ma se difficilmente lascerà traccia con i suoi risultati, ci sta provando con il suo impegno extra-tennis. La sua organizzazione ha stretto una partnership con Solinco e ha lanciato l'African Aces Junior Circuit, una serie di eventi non valevoli per le classifiche ATP, WTA o ITF, che si svolgono nell'Africa meridionale. L'iscrizione ai tornei costa 5 dollari e in palio ci sono magliette e altri premi di questa portata. La speranza è di tornare ad avvicinare al tennis i bambini africani, migliorando la consapevolezza che il tennis può essere una buona opportunità lavorativa, non necessariamente tra i professionisti. “Non siamo un team molto numeroso – ha detto Sithole – e non cerchiamo di apparire quello che non siamo. Semplicemente, facciamo il possibile. Però abbiamo la speranza di crescere e diventare, sul serio, un traino nella zona del mondo che ci interessa”. Provare a restituire laddove hai ricevuto: iniziativa lodevole. In bocca al lupo a Garanganga.