La tennista polacca, campionessa in carica a Doha, ha superato al debutto Maria Sakkari in due set

Foto Ray Giubilo

DOHA – Vedi Doha e poi vinci. Iga Swiatek ha cominciato la sua caccia al quarto titolo consecutivo (sarebbe la prima a riuscirci dal poker centrato da Wozniacki a New Haven tra il 2008 e il 2011) nel “1000″ del Qatar, dove ha vinto 14 delle 15 partite giocate e non perde dal 2020. In 83 minuti ha liquidato per 6-3 6-2 la pratica Sakkari (la greca l’aveva battuta tre volte su sei confronti, l’ultima però nel 2021) dimostrando una buona condizione di forma e un pizzico di nervosismo iniziale, quando da 2-0 si è fatta scavalcare fino al 2-3, a dimostrazione che forse il periodo turbolento degli ultimi mesi (la squalifica di un mese dello scorso autunno, patteggiata con l’ITIA “per lieve colpa” dopo che era stata trovata positiva alla trimetazidina) non è stato ancora assorbito del tutto, malgrado la Wada abbia deciso di non fare ricorso. «Le condizioni qui non sono mai semplici. Caldo, poi freddo, il vento… – ha detto la numero 2 del mondo – magari mi innervosisco ma cerco di tenermi tutto dentro, non mi vedrete mai gettare a terra la racchetta. Da giovane mi succedeva, ma sto lavorando per diventare una giocatrice migliore, che sappia affrontare queste situazioni. Gli spettatori, soprattutto i più giovani, meritano un buon esempio da parte nostra».

Per Iga non ci può essere probabilmente un posto migliore di Doha per tornare a vincere, cosa che alla ex numero 1 del mondo non riesce dagli Open di Francia dello scorso giugno. «Doha mi ha sempre regalato positive vibrazioni. Sì, non vinco da qualche mese ma la cosa non mi preoccupa. Devo soltanto farmi trovare pronta partita dopo partita, i successi torneranno». Neanche la perdita del primo posto nella classifica mondiale sembra opprimerla più di tanto. «Sento un po’ meno pressione, questo sì. So quanto diventa pesante la testa quando indossi questa corona, e io l’ho portata per molto tempo. Di sicuro lotterò per tornare in vetta, ma non ci penso poi tanto, mi voglio concentrare su altre cose, sul mio gioco e sui tornei. Poi io e Aryna siamo ottime giocatrici, conta poco il numero che è accanto ai nostri nomi».

E il sodalizio con il celebratissimo coach Fissette (ha seguito tra le altre Halep, Clijsters, Azarenka, Kerber e in tempi più recenti Osaka e Quinwen Zhang), che lavora con lei da ottobre? «Wim ha una esperienza clamorosa nel campo, e voglio beneficiarne. Mi piace come lavora, di sicuro ha buone idee sugli interventi da fare nel mio gioco. Non si tratta di fare rivoluzioni ma di sistemare qualcosa, e ci stiamo provando». Mercoledì la prossima partita di Iga, contro la vincente di Noskova-Putintseva.