Elina Svitolina veniva da un periodo complicato. Eppure il rapido dimagrimento faceva parte di una strategia, inserita in un contesto di allenamenti alternativi. Qualche settimana fa diceva di essere convinta della direzione intrapresa. Le davano credito in pochi, invece….

Aveva ragione lei. Da sincera appassionata di pugilato, Elina Svitolina ha virtualmente preso a pugni tutti quelli che l'avevano criticata per gli scarsi risultati degli ultimi mesi. Se l'era presa perché in molti, senza sapere cosa ci fosse dietro, avevano notato il suo improvviso dimagrimento dopo Wimbledon. “Ma io ho provato a restare positiva, anche se non è stato facile perché c'è stato un periodo di 4-5 settimane in cui sono andata in campo e in palestra, lavorando duramente. Ma i risultati non arrivavano”. Li ha trovati al momento giusto, diventando la prima ucraina a vincere un torneo così importante. Elina ha vinto le WTA Finals in grande stile, con cinque vittorie su cinque partite, ottava nella storia a riuscirci. Dotata di grande spirito combattivo, lo ha potuto affinare grazie alla cultura del suo Paese, in cui il pugilato è sport nazionale o giù di lì. Sono nati in Ucraina i fratelli Wladimir e Vitali Klitschko, leggende del ring. Figlia di un ex lottatore di wrestling, la Svitolina segue con curiosità la boxe. Ammira Anthony Joshua, anche se quest'ultimo ha messo KO Wladimir Klitschko lo scorso anno. “Lo seguo sui social e ho trovato molto interessante quello che fa”. Talmente interessante da inserire nel suo programma di allenamento alcuni programmi tipici del pugilato, come il pad work. Quando il tempo glielo consente, Elina si reca in una palestra per pugili nella zona ovest di Londra per migliorare le sue qualità. Elina è così: è aperta a tipologie di allenamento alternative, a cambiamenti nutrizionali e altri dettagli che – a suo dire – possono darle una mano. Tra queste, anche il rapido dimagrimento. Si era pensato che fosse a causa di problemi sentimentali (è single da qualche mese dopo la fine della love story col giocatore di cricket Rice Topley), invece sembra che sia stata una cosa voluta.

RAPIDITÀ E COACHING
“Ho cercato di apportare delle modifiche al mio corpo per vedere come sarebbe andata – aveva detto prima di recarsi a Singapore, peraltro dopo aver temuto di dover ripiegare sul Masters B di Zhuhai – ci saranno alti e bassi, ma sto andando nella giusta direzione, sono felice del mio corpo e di come mi sto muovendo sul campo. Ci vorrà tempo, ma sono ancora tra le prime otto e per me è importante trovare qualcosa che mi aiuti”. Non si aspettava di ottenere un risultato del genere in così poco tempo, ma il successo a Singapore è meritato. La grinta mostrata in tutte le cinque partite ha ricordato quella di un pugile, ma l'ha accompagnata con una rapidità negli spostamenti che ha mandato corto circuito persino Sloane Stephens, una che con queste doti vince le partite. Accanto a lei, a Singapore, c'era Andrew Bettles, coach britannico che la segue da tempo e ha resistito al licenziamento di Thierry Ascione. Un mese fa, la Svitolina aveva intrapreso un percorso di prova con Nick Saviano. “Volevo qualcuno che desse uno sguardo nuovo al mio gioco, ma con un occhio all'anno prossimo. Mi serve qualcuno per effettuare piccoli cambiamenti”. Saviano non era a Singapore: è stato Bettles a darle una mano durante i match, intervenendo spesso ai cambi di campo. E pensare che soltanto poche settimane fa si era detta contraria al coaching. “Fai un grande lavoro con il coach prima di giocare, poi quando scendi in campo devi dimostrare di aver imparato la lezione”. Durante la settimana di Singapore lo ha chiesto in più occasioni, e spesso il match è cambiato a suo favore. Anche in finale, l'intervento di Bettles è stato decisivo: l'ha chiamato sul 3-2 al terzo e da lì in poi non ha più perso un game. Saviano sembrerebbe già archiviato.

PROSSIMO OBIETTIVO: UNO SLAM
“Adesso parlerò con Andy per trovare la migliore opzione in vista dell'anno prossimo – ha detto con il trofeo in mano – bisogna vedere quali coach saranno disponibili. È più facile lavorare nel periodo di offseason perché non ci sono particolari pressioni. Si tratta di una decisione importante e non vorrei sceglierne uno e cambiare dopo due settimane”. Nessuna menzione per Saviano, mentre le sarà certamente arrivato un messaggio di Justin Henin, che le ha dato una grossa mano nel 2016. “Mi ha aiutata ad inserirmi nel circuito professionistico. La mia transizione era un po' lenta, quindi è stato importante lavorare con lei e avere la sua opinione. Ne avevo bisogno e nel 2017 ha pagato. Ancora adesso mi scrive quando gioco bene, mi fa molto piacere anche se ha deciso di trascorrere più tempo con la sua famiglia”. Le ultime quattro vincitrici delle WTA Finals hanno sollevato il trofeo prima di vincere un torneo del Grande Slam: Radwanska e Cibulkova non ce l'hanno ancora fatta (e difficilmente ci riusciranno), mentre Caroline Wozniacki ha sfruttato l'onda positiva vincendo in Australia. La prossima sfida della Svitolina, archiviata la crisi di metà anno, sarà di ottenere finalmente un risultato in uno Slam. La sua parabola ricorda vagamente quella di Alexander Zverev: fortissima nei tornei, bocciata nei Major: in 25 partecipazioni, ha raggiunto soltanto tre volte i quarti di finale (due a Parigi e una in Australia). La nuova vita di Elina Svitolina deve ripartire da lì. C'è un tabù da esorcizzare.