Svitolina a Melbourne si giocherà l’accesso in semifinale contro Iga Swiatek, Gael dopo una cavalcata memorabile è costretto al ritiro agli ottavi. Ma i suoi balletti in campo e fuori incantano l’Australia
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La famiglia Monfils-Svitolina diverte, conquista, spacca Melbourne. Gael a 38 anni salta come Tiramolla, rimbalza sulle prime di Shelton e anche se, inevitabilmente, dopo un braccio di ferro di ore con Ben è stato costretto a ritirarsi, il suo rimarrà un Australian Open memorabile. Elina ha recuperato la gravidanza ed è nei quarti previa liquidazione della Kudermetova che segue lo sradicamento della Paolini. Ora ha la Swiatek, alas! Ma intanto il tennis applaude. Anche perché i due si integrano e completano, Ucraina chiama Francia a ritmo di rap, quello che LaMonf scatena sui social con i suoi balletti che tolgono il fiato e fanno spellare le mani, mentre la signora ride e se lo coccola come un bambino eterno, dotato del dono del volo, incapace di atterrare come fanno i comuni mortali quando cartillagini e muscoli dovrebbero iniziare a scricchiolare.
«Se Monfils fosse un musicista sarebbe Bob Marley», dice Mats Wilander, e ci arriva vicino ma forse non coglie il segno, perché Gael sa di Caraibi ma è più allegro, non occorre dirgli don’t cry, se ci provi ti supera con un balzo, l’Happy Slam è la sua biosfera.
A 38 anni è il secondo, dopo Federer, a qualificarsi per gli ottavi, era dal 2008 che non batteva uno dei primi 5 ma Fritz l’altro giorno improvvisamente non sapeva più cosa fare contro lo scalmanato che recuperava tutto, rimandava tutto, gli attraversava in diagonale i pensieri.
Monfils che una volta intratteneva e chiacchierava, oggi stupisce con le giocate e meno con i siparietti anche perché acrobata sì, ma meglio non sfidare troppo la sorte. «Voi parlate sempre della sua età – dice Elina a L’Equipe – lui vuole dimostrare che ha ancora tante energie, vuole battersi. Alla fine del match (con Fritz, ndr) era tutto contento, gli ho detto che aveva gestito la partita in maniera impressionante. Sono veramente fiera di me e Gael, non abbiamo mai mollato, abbiamo creduto nel nostro gioco, nella maggior parte dei tornei stiamo insieme e questo significa che possiamo contare su qualcuno che sa che cosa stiamo vivendo. E’ un sentimento molto bello, e quando torniamo a casa siamo comunque un papà e una mamma, sono felice di come la stiamo gestendo».
Gael che dedica le vittorie a Skai, la loro figlioletta, trasformando la i con la dieresi in un faccino sorridente, lei che dopo il trionfo del marito ad Adelaide ha rivelato la dieta miracolosa: il bortsch, la classica zuppa dell’est europeo – ucraina o russa, non si sa bene – fatta di pezzi di carne e verdure che, evidentemente si adatta anche ai gusti di chi è cresciuto nelle banlieu e magari era abituato alla soup d’onion.
Elina vuole tornare nei quartieri alti, al numero 3 che le spettava, Monfils regalarsi una stagione senza tempo, appendendo ad uno dei suoi molti tuffi la nostra incredulità. Basta vedere come si guardano, occhi negli occhi, felici di essere l’uno per l’altra quello che basta, e subito la giornata si illumina.