Il tennis svedese ha raggiunto il suo punto più basso. Nei giorni scorsi era comparso il nome di Elias Ymer, grande speranza "colored", ma il torneo WTA di Bastad ha portato cattive notizie: con le eliminazioni al primo turno di Rebecca Peterson, Johanna Larsson e Sofia Arvidsson, per la prima volta nell'Era Open, la Svezia è rimasta senza top-100 sia tra gli uomini che tra le donne. "Chiaramente non è un dato positivo, ma a volte si pensa troppo alle cose negative: quando io e Johanna eravamo tra le top-50, tutti parlavano dell'assenza di tennisti uomini – ha detto la Arvidsson – la Svezia è un paese piccolo. Non è mica facile sperare di avere nove o dieci top-100". Secondo la Arvidsson, c'è comuque la possibilità di tornare su buoni livelli, magari affidandosi ai giovani come Ymer e Peterson. "Però il problema economico può essere decisivo. Non va ignorato". La federtennis svedese ha accettato la sfida: Stefan Dahlbo, il presidente, ha detto che proveranno a generare più risorse possibili da investire sui giovani, tuttavia ha sentenziato: "La differenza tra una scommessa vinte e una persa sta nell'atteggiamento. Abbiamo investito molto su ragazzi che non avevano la giusta motivazione". . Nei giorni scorsi era comparso il nome di Elias Ymer, grande speranza "colored", ma il torneo WTA di Bastad ha portato cattive notizie: con le eliminazioni al primo turno di Rebecca Peterson, Johanna Larsson e Sofia Arvidsson, per la prima volta nell'Era Open, la Svezia è rimasta senza top-100 sia tra gli uomini che tra le donne. "Chiaramente non è un dato positivo, ma a volte si pensa troppo alle cose negative: quando io e Johanna eravamo tra le top-50, tutti parlavano dell'assenza di tennisti uomini – ha detto la Arvidsson – la Svezia è un paese piccolo. Non è mica facile sperare di avere nove o dieci top-100". Secondo la Arvidsson, c'è comuque la possibilità di tornare su buoni livelli, magari affidandosi ai giovani come Ymer e Peterson. "Però il problema economico può essere decisivo. Non va ignorato". La federtennis svedese ha accettato la sfida: Stefan Dahlbo, il presidente, ha detto che proveranno a generare più risorse possibili da investire sui giovani, tuttavia ha sentenziato: "La differenza tra una scommessa vinte e una persa sta nell'atteggiamento. Abbiamo investito molto su ragazzi che non avevano la giusta motivazione"