La milanese annulla quattro matchpoint alla Shvedova e vince l’ennesima partita “folle” di una carriera vissuta sul filo di lana. Se regge fisicamente, quanto può giocare ancora? Giorgi eliminata.
Francesca Schiavone impegnata a Tokyo
 
Di Riccardo Bisti – 24 settembre 2012

 
Mai dare per morta Francesca Schiavone. L'azzurra si è presentata Tokyo (2.168.400$, cemento) in crisi di fiducia e risultati. E invece ha battuto Yaroslava Shvedova (n. 35 WTA) con un pirotecnico 4-6 7-6 6-4, comprensivo di quattro matchpoint annullati. La kazaka sta vivendo la sua miglior stagione, ed è la stessa che a Wimbledon aveva rifilato un “Golden Set” a Sara Errani. Dotata di un gran servizio e a suo agio in tutte le zone del campo, sembrava l’avversaria ideale per accentuare la crisi della Schiavone. E in effetti non c’erano grossi sussulti fino al 6-4 3-1, poi la “Leonessa” ha tirato fuori il meglio di sé e rimesso in piedi la partita. Una tipica partita del circuito femminile, con alternanze di punteggio dovute pià agli stati d’animo che a ragioni tecniche. Sul 4-4. la Schiavone saliva 40-0 ma non riusciva a tenere il servizio e mandava la kazaka a servire per il match. Sembrava finita…e invece arrivava un break a zero. Sul 5-5 altro break per la Shvedova, che nel dodicesimo game si procurava complessivamente quattro matchpoint ma li sciupava tutti. La Schiavone conduceva il tie-break dalla prima all’ultima palla e poi trovava il break decisivo nel terzo game del terzo set (naturalmente ai vantaggi…) e riusciva a tenere il vantaggio fino all’ultimo, pur annullando tre palle break per il 5-5. Una partita che fa il paio con quella di ‘s-Hertogenbosch, ancora più clamorosa, quando battè Irina Camelia Begu al tie-break del terzo dopo aver annullato otto matchpoint, di cui sei consecutivi.
 
A differenza di Flavia Pennetta, Francesca non ha mai parlato espressamente di ritiro. Eppure ha compiuto 32 anni, è professionista dal remoto 1998, chiude l’anno tra le prime 100 ininterrottamente dal 2000. E quest’anno ha vissuto una stagione tutt’altro che esaltante. La vittoria a Strasburgo è servita più che altro a non crollare in classifica, ma si ricordano soprattutto le sconfitte. E’ scesa al numero 37 WTA e se non farà miracoli negli ultimi tornei (sempre possibili, visto che stiamo parlando della Schiavone), chiuderà l’anno nella peggior posizione dal 2002 (quando terminò al numero 41). Se non molla, significa che sente di avere ancora qualcosa dentro di sé. Qualcosa di importante. D’altra parte in quanti l’avevano presa sul serio quando dissè, nove anni fa, “Prima o poi uno Slam lo vinco”? Se quindi sente di avere un colpo in canna, beh, è giusto che provi a lucidare il fucile. Nel tennis femminile è più facile tenere duro. Lo dimostrano casi come Kimiko Date, anche se Francesca è praticamente la più anziana tra le top 100. Solo Venus Williams è più “vecchia” di lei, ma di appena sei giorni. Per trovare delle giocatrici nate negli anni 70 bisogna scorrere fino al numero 101 del ranking (Greta Arn) e al 107 della stessa Date. Madre Natura ha regalato alla milanese un fisico leggero e scattante, l’ideale per tenere duro a lungo. Se avrà voglia di curarlo e allenarsi a fondo, noi diciamo che fino a 35 anni può durare.
 
Al secondo turno non avrà l’onore dell’Ariake Coliseum, lo splendido campo centrale di Tokyo, ma avrà un’avversaria di prestigio come Samantha Stosur. Parte sfavorita, anche se i precedenti non le sono nemici. L’australiana conduce 6-4, ma sul cemento all’aperto siamo 2-2 grazie agli ultimi successi della Schiavone (Fed Cup 2011 e Sydney 2012). Paradossalmente, sulla terra è avanti 3-1 la Stosur anche se tutti ricordano la finale del Roland Garros 2010. Una partita che assorbe tutte le altre. A Tokyo si registra anche la sconfitta di Camila Giorgi, che dopo essersi qualificata ha ceduto 6-4 6-3 a Tamira Paszek. C’è qualche rimpianto, soprattutto per il primo set, in cui l’italoargentina ha sciupato ben sette palle break. Il processo di maturazione è ancora in corso. Martedì, oltre alla Schiavone, scenderanno in campo Sara Errani e Roberta Vinci. La prima se la vedrà con Johanna Larsson (3-0 nei precedenti, di cui due nel 2012), mentre la tarantina sarà opposta a Pauline Parmentier (pure lei 3-0 e senza perdere un set, anche se i primi due sono molto datati).
 
WTA PREMIER TOKYO – IL TABELLONE