PIU' FORTE DI VESCICHE E PROBLEMI MUSCOLARI
Ha artigliato il 3-3, ma ha perso il servizio altre due volte, per il 4-3 e il 5-4 Jankovic. E la serba si è trovata a due punti dalla vittoria. Sul 30-30, Simona ha giocato un punto pieno di coraggio, difendendo sin dalla prima palla e chiudendo con un bel vincente su una palla alta dalla Jankovic. Anzichè cercare il punto, Jelena ha cercato di far sbagliare l’avversaria. Errore madornale. Pochi minuti dopo, le due erano un set pari. L’esito era scritto, anche se la serba è stata per due volte avanti di un break anche nel terzo set. Avanti 2-1 e 3-2, è caduta nel tranello: ha smesso di pensare alla partita, alla tattica, ma si è focalizzata sul punteggio. Normale, per una giocatrice che non vince un torneo da due anni, era scesa al numero 21 WTA (adesso risalirà) e quest’anno aveva vinto due partite in quattro tornei. Le vittorie a Indian Wells le hanno dato morale, ma non la convinzione, l’aggressività, il cinismo necessario per vincere queste partite. Tutto il contrario della Halep: OK, ha usufruito del ritiro di Serena Williams in semifinale, ma è imbattuta da dieci partite. Qualcosa vorrà pur dire. “Non so come ho fatto a vincere, perchè non ho espresso il mio miglior tennis – ha detto la rumena, che non è riuscita a sollevare il pesantissimo trofeo di Indian Wells – tuttavia ho combattuto fino all’ultimo punto, penso sia la cosa più importante per chi gioca con il mio stile”. Nel secondo set è parsa spesso in difficoltà sul piano fisico, piegandosi in due in più di un’occasione. “Ero solo un po’ stanca e avevo un po’ di vesciche – ha detto – niente di grave, ma durante la partita ti creano qualche difficoltà. E poi ho avuto qualche problema muscolare”. Ma Simona non molla, e non vuole rinunciare al Miami Open, al via nei prossimi giorni.
JANKOVIC: "FORSE DOVREI CHIAMARE KARLOVIC"
E’ stato un match incentrato sui nervi, senza grossa qualità tecnica. Basti pensare che si sono visti la bellezza di 18 break (nove per parte) su un totale di 30 game. Certo, il servizio non è un fattore nel tennis femminile (salvo quando gioca Serena Williams…) ma le due hanno esagerato. E la Jankovic ha avuto la peggio. “Ho lasciato che i nervi prendessero il sopravvento. Non doveva succedere: il mio braccio era super-pesante, non riuscivo nanche a sollevarlo”. Nonostante la sconfitta, tuttavia, non ha perso il senso dell’umorismo. “Forse dovrei chiamare Karlovic per farlo servire al posto mio. Ho l’impressione di non aver servito come lui quando ce n’era bisogno”. Battute a parte, non è stata una grande edizione di questo torneo. Serena Williams, la più attesa, si è ritirata prima di giocare la semifinale contro la Halep, vincitrice senza sussulti nè grosse emozioni. La parte bassa del tabellone ha visto un’ecatombe di teste di serie, in cui avrebbe potuto infilarsi anche Flavia Pennetta. Niente da fare: è emersa una Jankovic che in tutto il percorso ha battuto una sola top-25 (Madison Keys). Insomma, forse è presto per dire che il tennis ha ritrovato una protagonista da top-5. E anche la Halep dovrà passare altri esami per essere considerata una vera pretendente al numero 1.
PREMIER MANDATORY INDIAN WELLS – Finale
Simona Halep (ROM) b. Jelena Jankovic (SRB) 2-6 7-5 6-4
