PAROLA DI FANTACOACH

Lo spazio dedicato a chi ha vinto, lo scorso anno. Parola a Nicola Berti, il fantacoach emiliano che nel 2006 ha portato a casa la vittoria finale. Uno spazio “per sorridere”, come suggerisce lui, ma anche per capire come si muove un vero esperto

di Nicola Berti
vincitore dell’edizione 2006 del Superteam


La scelta per Wimbledon
Amer Delic Costo 1

Già il caldazzo e la coda alla dogana di Muggia mi avevano fatto lanciare saette a San Dorligo della Valle, visto che sotto l’angioletto che si specchia maestoso sul golfo di Trieste avevo già vituperato a ripetizione perché Boris Becker aveva schiantato lo specchietto retrovisore della mia vecchia Niva. Ero in viaggio destinazione Tuzla, per presenziare a un summit sul tema "Dinamismo e staticità nel movimento prima di colpire la pallina… ecco le soluzioni per la seconda delle due". Con me presenziava Goran Prpic, grande amico mio al punto che la sera prima del clinic, molto sicuro di sé, mi propose una scommessa su chi riuscisse a strappare più appuntamenti serali con le bosniache. Quando la posta in palio arrivò a due casse di Pivovarna Lazko e Karlovacko accettai. La partita sulla carta era impari; lui era decisamente affascinante e con la sua mega ginocchiera aveva un’autostima da martello pneumatico riuscendo a intortarne tre alla volta. Io, passabile, la buttavo sulla simpatia forte del serbo insegnatomi da Slobodan Zivojinovic… Vinsi 11 a 10, con un ace sul finale. Goran mi chiese se la chiave della sua sconfitta fosse il modo di spiegare lo smash sforbiciando le gambe, in realtà ero entrato di prepotenza nel portafoglio… l’unica che accettò non a pagamento aveva delle gambe così dritte che con tre si disegna un cerchio! In poche ore ci bevemmo il premio e fui costretto a chiedere aiuto a un ragazzone per trovare la via dell’albergo. Era Amer…icano . Il suo inglese perfetto nascondeva decisamente le sue origini bosniache, infatti da anni la sua casa era la Florida. Quando il giorno dopo lo vidi palleggiare capii subito che questo Delic era un giocatore tosto. Quest’anno i fatti lo dimostrano; a ridosso dei 70 al mondo ma con futuro decisamente più roseo anche alla luce dei giudizi di Todd Martin, che ritengo grande stratega del nostro splendido sport. Con le bordate del suo servizio (ma non solo) lo vedo mina vagante anche nei primi turni dell’erba londinese. Eccoci a Wimbledon! L’olimpo del tennis e tappa fondamentale del nostro gioco. Già, è il terzo slam… fallire questo appuntamento vuol dire rendere durissima la scalata al titolo ma rimontare significa anche rischiare, quindi occhio al draw e schierate una formazione serve & volley!