Altro partitone Slam di Fabio che gioca un gran match contro il n.9 del mondo e vince in quattro set. 7-6 6-2 6-7 6-4 lo score… FOTO

dal nostro inviato a Londra Gabriele Riva – foto Ray Giubilo

 

Fognini è lo Special One. Non ci sono dubbi: nulla è mai normale per lui. Dalle vittorie alle sconfitte, passando per il modo di esultare e per quello di stare in campo. Quella di oggi è stata una partita emozionante, vinta col cuore ma soprattutto con la testa. Perché al di là dei colpi, quelli Fabio li ha sempre mostrati, la vittoria sullo spagnolo Fernando Verdasco, mancinaccio n.9 del mondo, ha sottolineato un aspetto fondamentale. “Fogna” è rimasto in partita per tutti i quattro set, senza mai uscirci per poi faticosamente rientrarvi. E’ un problema che ha mostrato spesso, ma oggi ha fatto vedere una solidità mentale che potrebbe davvero voler dire maturazione. Non basta un match – è chiaro – per parlare di progresso certo. Però la strada, di sicuro, è quella giusta.

 

Di segnali in questo senso se ne sono visti tanti. A partire dal primo tie-break vinto. L’azzurro va sopra, sempre a condurre, ma non riesce a chiudere. Due set point lasciati lì a diventare potenziali rammarichi. Poi un altro ancora, fino ad arrivare a quello risolutivo, sul 10-9. Col primo set scappato via, un “Fer” (come lo chiamava il suo angolo, papà in testa) così in sciolta non si vedeva da tempo: tanti doppi falli, diversi errori col diritto e col rovescio. Dall’altra parte la solidità del ligure che non gli ha permesso di provare a crederci. Fa tutto lui, a Fabio solo il piacere di incamerare il 6-2 che lo porta in vantaggio di due set a zero.

 

Ma gli spagnoli, si sa, sono sempre gli spagnoli. Possono regalarti un set (in casi rarissimi, per la verità) ma non un match. E così è. Verdasco si rimette lì. Sbraccia di diritto, ritorna a servire come sa, prime forti e seconde cariche (riuscivano a saltare altissime anche sull’erba, da non crederci). Ma il Fognini di oggi è un giocatore duro come il sasso. La lotta prosegue fino al tie-break. Sul 6-3 Verdasco, il Nostro annulla tre set point consecutivi ma su quello successivo commette un sanguinoso doppio fallo che rimanda la gioia.

 

Quella gioia di vedere due italiani battere due spagnoli a distanza di poche ore, sei set a uno (che diventano 8 se si contano anche quelli femminili di Pennetta-Medina Garrigues). Quella gioia di battere per la prima volta in carriera un Top 10, quella gioia di “vendicare” una vecchia ruggine con Verdasco, storie di Acapulco e di palle dubbie. Quella gioia di vedersi aprire un tabellone non del tutto proibitivo, con Russel al turno dopo. Il quarto set è ancora vero e, nonostante l’intervento del trainer, Verdasco è ancora stravivo. Si lotta allo stesso modo per altri nove game. Si seguono i servizi (Fognini chiuderà i quattro set senza aver mai concesso la battuta) ed entrambi stanno in partita “di testa”. E al decimo gioco la gioia pregustata diventa realtà. Il break arriva e lo fa l’italiano. Fabio può alzare le braccia al cielo, o meglio, fare il gesto del pompiere che maneggia l’idrante. Perché per Fognini, niente è mai normale… lui, nel tennis, è lo Special One.

 


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